Quattro Cantoni, ufficio del sindaco


L’Aquila – (di G.Col.) – Come in Germania, almeno in alcuni land, il governatore ha un suo ufficio di rappresentanza nel palazzo del comune, sarà anche ai Quattro Cantoni, che da oggi si rianimano, si ri-burocratizzano (in senso però positivo), con l’apertura dell’ufficio del sindaco.
Avrà sede (provvisoria, ma non poi tanto…) in palazzo Fibbioni (colfoto), lo splendido edificio restaurato e restituito all’estetica del centro. Oggi il sindaco Cialente, in fascia tricolore, è arrivato per la cerimonia, con le autorità cittadine che hanno avuto il buongusto di esserci, e con il presidente della regione Luciano D’Alfonso, che questo buongusto lo ha avuto.
Il suo ufficio lascerà il palazzo attuale del comune che ha sede non lontano da via XX Settembre e dalla stazione, per insediarsi in palazzo Fibbioni, ceduto in un generoso comodato d’uso gratuito (per almeno due anni) dalla famiglia Rivera, tornato più bello di prima con la luminosa facciata di pietra, il portone decorato, i soffitti lignei a cassettoni. Una meraviglia con finestra dalla quale il primo cittadino potrà affacciarsi sul cuore della città che lentamente torna – almeno di giorno – ad ospitare brusii, gente che cammina, curiosi, qualche sporadico turista. Pochi negozi, pochi locali pubblici. Tanti cantieri.
D’Alfonso ha chiesto di poter avere uno spazio di rappresentanza nell’edificio, il che, dicevamo, è logico ma anche coerente con l’usanza europea. Anzi, mitteleuropea. Accanto al primo cittadino della comunità locale, il primo cittadino della comunità regionale. Se volete, il governatore. Una bella cosa. Simbolica e beneaugurante per tutti.
Sarà piacevole passeggiando in centro imbattersi nei due illustri personaggi, magari intenti a sorbire un caffè nel bar di fronte. Piacevole nel senso che la città riprende a respirare, a svolgere il ruolo toltole nel 2009 dagli eventi. Una capitale, anche se mignon e di dimensioni a miniatura, è abitata anche dai vip.
Un dettaglio: il sindaco, affacciandosi dalla nuova finestra sui Quattro Cantoni, potrà vedere o immaginare di vedere a 300 metri sulla destra, la finestra del suo vecchio ufficio di Palazzo Margherita, in piazza Palazzo. Un filo tenue ma significativo che lega il prima e il dopo, l’altra vita a quella che bene o male riprende a fluire. Come un soffio leggero sull’anima spenta ma non fuggita via della città diruta. Un soffio della vita, come amano credere coloro che immaginano un Padre Eterno michelangiolesco, barbuto, possente, panneggiato, solenne nei cieli senza tempo e senza dimensioni.


28 Agosto 2014

Categoria : Cronaca
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