La Bolla vola fino alla Madonnina (e all’Expo’)


L’Aquila – “A nome dell’Amministrazione, comunico una notizia che credo possa riempire d’orgoglio tutte le aquilane, gli aquilani, gli abruzzesi. LA BOLLA DI CELESTINO V, LA BOLLA DEL PERDONO, LA BOLLA DEL PRIMO GIUBILEO, SIMBOLO DI PACE E RICONCILIAZIONE, ATTO D’AMORE DI UN GRANDE SANTO VERSO L’UMANITA’ INTERA , VERRA’ ESPOSTA A MILANO NELL’EXPO’ 2015″. E’ quanto si legge su Facebook nello spazio del sindaco Massimo Cialente, e che rimbalza sui siti in line.
La Perdonanza dunque si conclude con l’auspicio che finalmente si possa guardare verso un orizzonte più ampio di quello, modesto, mantenuto anche nell’edizione 2014 appena conclusa senza folle oceaniche, senza un riscontro sui media che contano tipo, ad esempio, i telegiornali nazionali pubblici e privati. Nei più importanti esistono spazi, sempre alla fine dei notiziari, che durante l’estate con particolare attenzione vengono dedicati agli eventi, ai momenti culturali, ai concerti, e ai momenti significativi dell’estate. Inclusi quei momenti che, pur avendo un significato e una carica promozionale legata alla propria essenza, sono – diciamo – di profilo diverso: parliamo della festa del peperoncino a Rieti. E di molte altre cose.
Del resto, non diversa sorte è toccata anche ad altri eventi, Giostra cavalleresca di Sulmona, festival del jazz di Pescara, festival di Mezza estate di Tagliacozzo, e altre occasioni che in Abruzzo nascono, e in Abruzzo muoiono, o almeno restano confinate. Mentre dovrebbero essere validamente promosse e trasformate in forti stimoli e attrattori turistici.
E’ evidente che manca un ruolo, quello essenziale, del coordinamento e delle promozione a regola d’arte e guardando a costi e benefici, del turismo “regionale”. Ogni cosa e cosina si lancia da sé, spesso con metodi artigianali, più spesso senza alcuna professionalità nella promozione, il che non costituisce un problema per chi organizza. C’è sempre l’amico corrispondente di un giornale o che conosce qualcuno nei giornali. C’è sempre il politico che sotto banco spinge e preme, c’è sempre più spesso il costoso banner pubblicitario rifilato ad alcuni giornali. Ma locali, dunque… tutto fra noi. L’estate di Castel del Monte, citiamo per fare un esempio eloquente, ha speso somme davvero rilevanti per paginoni ripetuti e insistenti su alcuni giornali. Che hanno letto gli stessi che, comunque, sarebbero andati a Castel del Monte, perché hanno casa, hanno parenti, sono emigrati rientrati, e così via. Dunque, non è un problema di risorse economiche… ma di mentalità e di radicate consuetudini che in anni e anni non hanno prodotto alcun risultato concreto.
Portare a Milano la bolla della Perdonanza è – dunque – un salto di qualità e di mentalità, una liberazione da lacci e laccioli locali, che non portano un turista in un albergo da anni e lustri. Ma dovrà essere legato ad un cambio di rotta, ad una gestione finalmente di profilo elevato, affidata a gente capace e non a comitati asfittici e spesso litigiosi. Che finiscono con lo spezzettarsi e svuotarsi a fine agosto, per risorgere tardivi e affannosi fra un anno. La Perdonanza sia un’altra cosa. Ma da quanti anni lo diciamo e sentiamo dire? Almeno 30, come racconta Angelo De Nicola nel suo libro.


30 Agosto 2014

Categoria : Cronaca
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