I giorni in cui gli alleati colpirono Pescara


Pescara – (di Gianfranco Colacito) – (Foto: un bombardiere americano B-24, altri bombardieri in azione, una bomba di aereo, bombe sulla stazione di Sulmona e su Penne) - E’ difficile, oggi, per chi si muove in giro per Pescara, credere che una città tanto vitale, brulicante di vita, solare e protesa verso il suo mare, possa essere stata distrutta all’80% appena 71 anni fa. Nei mesi di agosto e settembre del 1943, quando gli aerei americani Liberator B-24 e altri modelli di bombardieri oscurarono il cielo e scaricarono centinaia di tonnellate di bombe, uccidendo 3.000 (altri dicono 6.000) persone. E anche il volto urbanistico di una città costiera nata appena nel 1927 come entità demografica e sociale coerente.
In quell’agosto avvenne uno dei bombardamenti più devastanti e mirati della guerra, che era, sì, incamminata verso il termine, ma aveva forse dimenticato, come i capi dell’armata anglo-americana forse non supponevano, quanto i tedeschi fossero capaci di resistere e vendere cara la pelle. Asserragliati a nord della Linea Gustav.
Pescara fu distrutta in diversi momenti di un’escalation tragica, e la gente sopravvissuta fuggì disperatamente verso l’interno. Chieti, come scrisse qualche anno dopo il ricercatore storico Corrado Colacito, autore anche di un libro sui Nove Martiri Aquilani, divenne città aperta, meta di tanti rifugiati, molti dei quali scelsero anche Pianella, Cepagati, Caramanico e altri paesi.
I dati accettati riferiscono della distruzione di 1265 edifici, di grave danneggiamento di 1335 oltre quello lieve di 2150 costruzioni del centro abitato. Alcune storiche foto ritraggono la stazione bombardata. In totale, dicono i dati, di circa l’80% degli edifici. La zona presa di mira (male) dai piloti dei bombardieri era la stazione centrale: si doveva distruggere la linea ferroviaria. Le distruzioni devastarono gran parte della città, fino nel suo core, come via Fabrizi, a nord del fiume.
“Gli Alleati, sul versante adriatico – scrive Wikipedia citando come fonte il prof. Raffaele Colapietra – erano già nei pressi di Termoli e contavano di arrivare entro Natale a Pescara, per poi raggiungere agevolmente Roma percorrendo la via Tiburtina Valeria. Ma tra gli alleati e Pescara c’era la Linea Gustav, una imponente linea difensiva voluta da Hitler e coordinata direttamente dal generale Albert Kesselring.
Nonostante la violenza dei bombardamenti, l’impeto dell’attacco alla Linea Gustav, ed il contributo della Brigata Majella, la difesa dell’esercito tedesco fu strenua e gli scontri si dilungarono per molti mesi in più del previsto, fino all’inizio di giugno del 1944″.
Vi furono altri bombardamenti mirati sulle comunicazioni ferroviari alla stazione di Sulmona, a Penne, a L’Aquila (foto).
Ma la sofferenza di Pescara, ad agosto, era appena agli inizi.
A settembre altri attacchi, sempre con bombardieri in gran numero ( si parla di almeno 37) provenienti dal mare, con distruzioni e vittime. E ancora altri due attacchi, sempre a settembre, quando ormai migliaia di persone sopravvissute erano fuggite altrove. Agli alleati risultava indifferente ogni dato sui tanti morti già causati. Gli obiettivi militari erano precisi: impedire ai tedeschi di ritirarsi verso Nord. Metterli nel sacco. Sempre in quel periodo, più tardi, un altro pesante bombardamento, con molte vittime, avvenne, come dicevamo, sulla stazione dell’Aquila. Evidentemente, gli strateghi temevano che i nemici avessero la strada spianata usando ponti, ferrovie, scali, porti e stazioni.
Pescara è medaglia d’oro al merito civile, dal 2001, per decisione del presidente Ciampi.
Oggi ci sono state celebrazioni e rievocazioni, che in chi ancora è in vita risvegliano ricordi strazianti, ein chi non c’era ancora dovrebbero suggerite di leggere qualche libro di storia locale. Magari con lo stimolo della scuola e della cultura ufficiale: storia, solo storia, senza giudizi e pregiudizi. Guardiamola, Pescara di oggi, e cerchiamo di farne qualcosa di più bello e di più consapevole. L’ignoranza è sorella gemella dei cattivi comportamenti.


31 Agosto 2014

Categoria : Storia & Cultura
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