L’Aquila dopo 5 anni, gli artisti fanno “Expo”


L’Aquila – (Immagine, il logo dell’ Expo, quella vera a Milano nel 2015, e accanto – foto de Il Centro – l’iniziativa degli artisti) – Gli artisti possono cambiare il mondo? Forse sì, quanto meno ci provano e suscitano pensieri, reazioni, polemiche, critiche, ma anche molti apprezzamenti. Al contrario di molti politici e dei burocrati, gli artisti hanno intelligenza, fantasia, spirito polemico, cultura. “L’Aquila Expo’”. Questo il nome della mostra collettiva realizzata oggi a L’Aquila da tre artisti, che hanno voluto porre l’accento sulle condizioni tuttora difficili del capoluogo di regione, a cinque anni dal terremoto, e hanno utilizzato come termine di paragone l’Expo 2015 di Milano. I protagonisti della collettiva sono Pep Marchegiani, Massimo Desiato e Fabiola Murri che intendono, attraverso le opere apparse oggi, “ravvivare il ricordo e stimolare le istituzioni a fare qualcosa di utile”.
Marchegiani ha posizionato quattro banner giganti sulla scuola elementare “De Amicis”, in piazza San Bernardino, nel centro storico, con la scritta “L’Aquila – Itaglia dal 2009″ richiamante per colori e forme il logo di Expo Milano 2015. I banner sono vicini ad uno striscione in cui si legge “21 giugno 2009. Due citta’ scendono in piazza per ‘Amiche per l’Abruzzo’: L’Aquila – Milano”. L’opera di Marchegiani mette in parallelo due citta’: L’Aquila, che dopo cinque anni non ancora riesce a risorgere e a risollevarsi, e Milano, che il prossimo anno ospitera’ l’Expo. Desiato ha realizzato invece un lungo filo rosso con tanti nodi, posizionato nel piazzale della basilica di Collemaggio, a rappresentare i tanti nodi ancora da sciogliere o i nodi della burocrazia italiana.
In via San Bernardino, inoltre, e’ stata installata una riproduzione gigante dell’opera “Gli invisibili” di Fabiola Murri. “Il paragone con l’Expo di Milano – spiega Pep Marchegiani – e’ nelle cifre: servono 10 miliardi di euro per ricostruire la storia e la dignita’ di una citta’ di 70mila abitanti, ma l’Itaglia – dice l’artista alterando volutamente il nome del Paese – investe 11,8 miliardi di euro per realizzare una fiera. La domanda e’: perche’?. Complimenti al sindaco Cialente che ha deciso di esporre la Bolla di Celestino V a Milano. Che usi la Bolla del Perdono per riaccendere i riflettori (ormai spenti) sull’Aquila in occasione dell’Expo e ribadisca al mondo che sono piu’ importanti le persone che un semplice business. Se cosi’ non fosse sara’ come accompagnare le spoglie dell’Aquila per l’ultimo viaggio e celebrare a Milano il funerale del capoluogo abruzzese. L’Aquila e’ la regina della regione ed e’ per questo che l’abbiamo scelta come palcoscenico per le nostre opere. Perche’ il futuro di questa citta’, conclude, la sua rinascita, possono e devono partire anche dall’arte e dalla mobilitazione degli artisti locali”. (AGI) Red/Ett


01 Settembre 2014

Categoria : Cultura
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