Gli orsi abruzzesi spariranno, perchè le tutele sono insufficienti: si sprecano solo soldi


Ofena – C’E’ CHI STA DALLA PARTE DELL’UOMO DI PETTORANO CHE HA SPARATO ALL’ORSO – (Foto: l’orso ucciso a pallettorni a Pettorano, sotto le reti elettrificate anticinghiali: non protetti gli orsi – che muoiono a ritmo di 4 solo nel 2014 – inutili le reti contro i cinghiali: a chi siamo affidati?) - Scrive Dino Rossi del Cospa: “La morte dell’orso non è colpa di chi ha sparato ma di chi lo doveva tutelare. Se l’uomo ha sparato a l’orso è stato costretto a farlo, per autodifesa o per tutela del suo reddito, in quanto chi avrebbe dovuto gestire e tutelare questi animali con i finanziamenti pubblici non fa nulla.
Basta andare un po’ indietro con i tempi e ricordare l’orso bruno, per il quale indagarono molti allevatori della Marsica per la sua morte. Addirittura ci furono convegni di un certo rilievo, ovviamente sempre pagato con i soldi pubblici, addirittura si attivò anche il quotidiano IL CENTRO, per la raccolta fondi tramite un calendario, per impiantare un meleto, oggi abbandonato a se stesso.
Soldi, milioni e milioni di euro adesso, e centinaia di milioni di lire prima, e gli orsi inspiegabilmente muoiono o per mano di chi è stufo di allevare galline e non solo o per motivi genetici.
Gli orsi in Abruzzo spariranno e questi tutti lo sanno. Sono destinati ad estinguersi, in quanto gli esemplari sono sempre meno, dovuto alla mala gestione del parco, che si impone con i suoi vincoli a tutte quelle opere che l’agricoltore faceva prima della nascita del parco. Purtroppo, con i pochi esemplari c’è il rischio della consanguineità tutto per colpa della male gestione del territorio. È finita la vita in montagna, un tempo i nostri monti erano popolati e coltivati, ci sono ancora i segni delle terrazze che i contadini di un tempo costruivano per guadagnare un pezzetto di terra ad un territorio roccioso e brullo.
C’era la pastorizia in alta montagna, qualche pecora zoppa finiva in pasto all’orso, la coltivazione del bosco, taglio degli alberi, favoriva la crescita delle bacche e delle more di cui gli orsi ne vanno ghiotti. Oggi tutto questo non c’è. I boschi sono diventati come la selva oscura di Dante Alighieri, non esiste più la microfauna, tanto meno la flora di un tempo, dovuto all’abbandono del territorio da parte del contadino, costretto ad abbandonare i terreni a monte perché poco redditizi diventati terra di conquista di cinghiale e burocrati.
Oggi l’orso lo vediamo più spesso a spasso, per i vicoli dei paesi montani, anche questi borghi in via di estinzione, ci sono rimaste poche persone che lottano tra gli animali selvatici e i vincoli dei parchi. Quando scompariranno anche queste piccole realtà, gli orsi andranno ai discount a fare la spesa, si perché in montagna non c’è più l’attività dell’uomo, si è rotto quell’equilibrio che senza la politica ha tutelato nei secoli i nostri animali e il nostro territorio, un vero e proprio patrimonio. Un patrimonio che la mala-politca sta distruggendo negli ultimi decenni, quella politica clientelare, di assunzioni facili delle guardia parco,(di cui ne parliamo in appresso). Quella politica composta da animalisti “degli animali degli altri e degli ambientalisti dei giardini pensili” che hanno la presunzione di capire quello che accade sul territorio da dietro una scrivania e magari sdraiati davanti ad un televisore a guardare linea verde o quark.
Adesso le colpe di tutto questo disastro le vogliono far pagare ad un operaio che cerca di sopravvivere tra le mille tasse di questo governo sanguisuga, magari allevando due galline o farsi l’orticello davanti casa, che sistematicamente distrutti da animali selvatici in cerca di cibo. Tutto per colpa degli enti preposti alla salvaguardia con i finanziamenti pubblici, che di concreto non salvaguarda nulla, se non il proprio tornaconto politico ed il pacchetto dei voti. La magistratura indaghi più a fondo”.
(Ndr) – Su questa storia bisogna porsi e porre delle domande. Non è normale andarsene in giro con un fucile caricato a pallettoni: chi lo fa cosa ha in mente se non usarlo? L’uomo che ha ucciso l’orso era davvero minacciato, visto che lo ha colpito al dorso? Perché l’uomo che ha ucciso l’orso non ha sparato almeno due colpi in aria? L’animale sarebbe fuggito. Infine, chi subisce danni dagli animali protetti viene davvero risarcito subito e in misura giusta, o la burocrazia e l’inefficienza di enti e istituzioni – come sempre – la fa da padrona?
Forestale, Parco, magistratura, e chiunque altro, chiariscano soprattutto l’ultimo punto. Capiranno davvero come stanno le cose. Magari anche perché nonostante tanti soldi e tanti impegni, e anche chiacchiere, il numero degli orsi cali inesorabilmente, invece di salire.


20 Settembre 2014

Categoria : Cronaca
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