I diritti e le doglianze che nessuno ascolta


Alba Adriatica – L’avv. Sigmar Frattarelli ha inviato alla Soget di Pescara, una diffida e risarcimento danni, che ci chiede di pubblicare:
“Formulo la presente in nome e per conto del sig. RIDOLFI MASSIMO, Ufficiale della Riscossione e Funzionario Responsabile della Riscossione alle Vostre dipendenze, il quale sottoscrive per adesione e ratifica, per comunicare quanto di seguito.
Senza dilungarmi eccessivamente su fatti e circostanze che il mio assistito, attualmente in malattia, Vi ha già rappresentato nel corso degli ultimi anni e che hanno costituito oggetto di denunce-querele presso le Procure territorialmente competenti, mi preme evidenziare come le Vostre condotte, del tutto illegittime, vessatorie e persecutorie, reiterate e continuate nonostante le giuste doglianze del
sig. Ridolfi, rimaste sempre inascoltate, hanno cagionato allo stesso una grave e
pesante patologia già diagnosticata dai sanitari dell’Ospedale di Teramo nonché dal
Centro Mobbing di Pescara ovvero “depressione endoreattiva grave da situazione
lavorativa avversativa, disturbo d’ansia generalizzato con insonnia reattiva”,
patologia che tuttora lo costringe ad osservare un periodo di malattia.
In particolare, di fronte alle fondate e giustificate istanze e perplessità
continuamente manifestate dal mio assistito in merito alle procedure esecutive da
Voi azionate (e sostanzialmente imposte coattivamente agli Ufficiali), delle quali il
sig. Ridolfi, per quello che lo scrivente ha potuto constatare e valutare, con piena
ragione e con dettagliate e pertinenti motivazioni giuridiche e legali, ha sempre
rilevato la irregolarità e l’abusività in quanto non rispettose delle garanzie
procedimentali e di legge poste a tutela della posizione dei contribuenti, lo stesso
mio assistito non solo ha dovuto subire un atteggiamento di assoluta indifferenza da
parte Vostra ma, cosa ancora più grave, è stato destinatario di atti intimidatori anche
con missive scritte, contenenti esplicite minacce di ritorsioni e di provvedimenti di
natura disciplinare, oltre che di penalizzazioni economiche, atti questi talmente
gravi e connotati da estrema ingiustizia, che lo hanno condotto ad accusare la
patologia sopra descritta la cui causa è riconducibile in pieno alla Vostra esclusiva
responsabilità anche ai sensi dell’art.2087 cod. civ..
Peraltro, l’evolversi della patologia in questione ha avuto il suo evento
scatenante proprio nelle continue vessazioni e pressioni subite dal Ridolfi da parte
della Direzione aziendale di procedere con atti esecutivi non regolari e illegittimi,
oltre che di procedere alla riscossione di diritti esecutivi non esigibili, addirittura
con la ingiusta e arbitraria richiesta di recuperare a proprio carico i diritti esecutivi
non riscossi.
Molteplici sono state le missive e le segnalazioni del sig. Ridolfi dirette ad
evidenziare la illegittimità delle procedure esecutive e delle azioni esecutive e di
recupero affidategli, con l’invito al ripristino del rispetto della normativa applicabile
e con il giusto e motivato rifiuto di porre in essere degli abusi nei confronti di molti
ignari contribuenti, nonostante le pressioni più volte ricevute di procedere senza il
rispetto della predetta normativa.
Purtroppo il mio assistito, animato soltanto da uno spirito di giustizia e di
ripristino della legalità, si è ritrovato a pagare molto amaramente tale sua battaglia
perché ciò che ha ottenuto è stato il progressivo allontanamento ed isolamento, le
continue pressioni e le intimidazioni subite consistite in esplicite minacce di
ritorsioni di natura disciplinare, le continue intrusioni ingiustificate nel proprio
operato e le accuse di non avere svolto il proprio lavoro per essersi rifiutato di dare
seguito ad atti esecutivi ritenuti non regolari e illegittimi.
Tale incresciosa situazione con il trascorrere del tempo si è perfino
aggravata ed ha ingenerato nel sig. Ridolfi una forte e continua condizioni di ansia e
stress, rendendogli praticamente impossibile la prosecuzione dell’attività lavorativa
in un ambiente di lavoro così ostile nei suoi confronti, al punto da arrivare ad
accusare la patologia già sopra richiamata conseguente ad una violenta, deliberata e
penetrante azione di mobbing da Voi perpetrata in suo danno.
Alla luce di quanto sopra esposto, fermo restando che tutti i singoli e
specifici fatti della vicenda qui sommariamente decritta sono già stati sottoposti al
vaglio delle Autorità penali e saranno a breve sottoposti all’ulteriore vaglio della
Magistratura del Lavoro, con la presente, da un lato, Vi invito sin d’ora all’integrale
risarcimento dei danni tutti sofferti dal mio assistito, che saranno analiticamente
stimati in sede medico-legale e, dall’altro, Vi diffido dal continuare a reiterare
condotte come quelle fino ad oggi poste in essere in suo pregiudizio in vista del suo
rientro in servizio.
(Ndr) – Naturalmente i destinatari della lettera dell’avvocato, per conto del suo cliente, se lo chiederanno, avranno uguale spazio sul nostro giornale per le loro ragioni. Con la pubblicazione della lettera, riteniamo comunque esaurito l’argomento, che pur rivestendo indubbio interesse, rientra nella sfera dei rapporti privati.


01 Ottobre 2014

Categoria : Dai Lettori
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