Facciamoci un F-35 o un Tornado


A dirlo è il sindaco Cialente: in tv, oggi, al microfono di Paolo Rico, ha invitato gli aquilani a bombardare civilmente e democraticamente il sito del Governo, con e-mail mirate, chiedendo a gran voce che il caso L’Aquila sia davvero una priorità. Più che un problema “ingravescente” – ha detto il sindaco medico, è un problema di etica, per l’Italia e per l’Europa. Bene, a questo punto i cittadini accendano i loro ordigni comunicativi (pc, smart, i-pad e così via), digitino l’indirizzo del Governo e sparino le loro e-mail. Educatamente, ma a migliaia, tanto da intasare le linee e le caselle postali romane.
Sappiamo che avete un mare di cose gravi da fare, diranno le e-mail, ma ci siamo anche noi. O vene siete scordati? Qui non funziona più niente, le sedie di fronte ai pulsanti di comando sono sguarnite, i soldi stanno per finire, i Renzi non si vedono (poco male, tanto lo vediamo ovunque in tv, l’ipercinetico premier…), migliaia di pratiche per ricostruire sono ferme da mesi e mesi. Può darsi che qualcosa si muova. Più che consigliarci bombardamenti elettronico-epistolari, cos’altro deve fare il sindaco?
Una cosa da suggerirgli l’abbiamo: prima di farci un F-35 armato veramente, o un Tornado che è un po’ italiano, dovremmo imparare a mirare giusto. I nostri bombardamenti non dovranno essere inefficaci come quelli tra Irak e Siria, che non fermano nessuno e servono solo a sprecare miliardi di dollari. Se dobbiamo bombardare, facciamolo per bene. Tanto, peggio di quel che ci capita, non c’è niente.



15 Ottobre 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.