A zonzo, riflessioni al mercato


Talvolta andarsene a zonzo per i supermercati può essere un modo per tentare di capire come vanno le cose. Tentare non vuol dire riuscirci, però… Sono due paia di maniche. Ma qualche volta bisogna pur mollare i problemi quotidiani, e svagarsi la mente. Lo facciamo vagando per un grande centro commerciale, del quale non citiamo il nome, perché ciò che abbiamo visto si ripete anche in altri.
Perché quindi nuocere ad uno, quando sono tanti, forse tutti, a poter essere accusati? Chi deve controllare, lo faccia: non pare che ci sia molta attenzione nelle tutele dei consumatori.
Bisogna premettere che le cose non vanno bene per il piccolo commercio, e accade lo stesso ormai anche nel grande. Prima di tutto, spazi semivuoti ovunque, gente svogliata e con i carrelli quasi sempre leggeri. Tanti portano via un pacchettino, magari un paio di “rosette” di pane e nient’altro. Al banco affettati senti chiedere “un etto e mezzo” di prosciutto e se la bilancia indica 160 grammi, invece di 150, c’è chi pretende che si tolga una fetta… I prodotti scelti raramente sono quelli (presumibilmente migliori) che costano appena poco di più.
C’è chi sceglie un tipo di merce, va a pesarla, legge quanto gli costa e la lascia lì nella busta di plastica. Troppo. Per molti la spesa è preventivata e non può superare la somma che si ha in tasca. Alle casse non si fa credito…
Tenere in piedi strutture immense, che costano solo di energia (adesso che si riaccendono i caloriferi…), è sicuramente problematico e bisogna ridurre le spese all’osso.
Ci sono però delle cose che possono spiegare la disaffezione della clientela, anche quella abituale. Frutta e verdura sono spesso di pessima qualità, specie la frutta, sulla quale in questo periodo ronzano persino sciami di moscerini. Dicevamo dei controlli: dove sono? I moscerini ronzano vistosamente. Ma né il personale, né altri se ne danno per intesi. Ordini?
Le offerte speciali ci sono, ma non è difficile accorgersi che l’offerta vale anche meno del suo prezzo risicato. Pessima qualità, seconde se non terze scelte. Frutta troppo matura, o guasta addirittura.
Incomprensibile per un cittadino che non venga da Marte capire. talvolta, perché siano esposte arance del Sud Africa (di qualità davvero modestissima) e non arance calabresi o siciliane. Misteriosi i motivi per i quali le castagne costavano fino a qualche giorno fa anche 7,9 euro al chilo, e ieri 3,9 euro improvvisamente. Le stesse, è ovvio.
Le offerte speciali? L’unica risorsa. Buone spesso quelle della pasta (anche di marca), ma attenzione ai prodotti sconosciuti e di importazione. E attenti alle scadenze: è sempre più frequente trovare prodotti a scadenza vicinissima o addirittura scaduti e ingannevolmente mescolati con quelli regolari.
Questo il bilancio di un paio d’ore al supermercato. Diciamo che non è tutto oro quello che luccica, anzi quasi sempre è soltanto stagno.


26 Ottobre 2014

Categoria : Cronaca
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