Grandi rischi, sentenza d’appello


L’Aquila – PARE SVANITA LA DEVIANTE ACCUSA DI AVER PROCESSATO LA SCIENZA – Grandi rischi, grande attesa per la sentenza di secondo grado che la corte d’appello (presidente Francabandera) dovrebbe emettere nella giornata di domani, presumibilmente in serata. Così sembra di poter dedurre dal calendario delle udienze.
Domani dovrebbero replicare alcuni dei difensori degli imputati, condannati in primo grado a 6 anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni personali colpose. Sono Franco Barberi, all’epoca presidente vicario della commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.
In questa fase della vicenda processuale, ed è forse un aspetto tra i più significativi, sembra caduta, o accantonata, la deviante definizione di processo alla scienza, in riferimento al primo grado e alla sentenza di condanna. Un concetto ingannevole e artefatto, respinto da tutti coloro che hanno buona fede, che abili mestatori tentarono accreditare due anni fa, quando fu emessa la sentenza di condanna. Gridando allo scandalo, alcuni maghi della persuasione occulta (ma non tanto) convinsero persino dei giornalisti (frettolosi? poco scrupolosi?) che a L’Aquila si osava processare degli scienziati perché non avevano previsto il terremoto del 6 aprile 2009. La falsità ha avuto vita lunga ed è echeggiata – guarda caso poco prima dell’appello – persino in “autorevoli” interventi televisivi.
Comunque vadano le cose (e prevedere la sentenza è, come per il terremoto, impresa impossibile), sembra che la falsità propalata a suo tempo sia svanita. Se ci saranno condanne confermate, non saranno comminate perché non si seppe prevedere il terremoto. I motivi per i quali ribadire eventuali condanne li ha solidamente enunciati tutti il PG Romolo Como, come è stato riferito nelle cronache delle udienze. La difesa chiede assoluzioni e negazioni di qualsiasi responsabilità, spesso distingue tra un componente e gli altri della Commissione grandi rischi. La decisione dei giudici (un uomo e due donne) la sapremo a brevissimo termine. Intanto, si prospetta un procedimento penale anche per Guido Bertolaso. Del terremoto aquilano nelle sedi giudiziarie si parlerà ancora parecchio.


09 Novembre 2014

Categoria : Cronaca
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