Autore, il rugby di una volta


L’Aquila – LA NAZIONALE CON IL LUTTO AL BRACCIO – Angelo Autore, lasciandoci, contribuisce a sfoltire la pattuglia dei grandi del rugby di una volta. Se n’è andato a 78 anni, da tempo il suo volto nei tratti tendente al triste da sempre, si era avvizzito. Gli occhi obliqui si accomiatavano. Dalla sua città, dagli amici, dai tifosi non immemori del rugby d’altri tempi, dall’azzurro degli scudetti vinti dalla squadra aquilana quando c’era lui, tanti anni fa, e quando c’erano tanti altri fortissimi e irripetibili abitanti del mondo sportivo “pane e frittata”, come lo raccontava la penna del collega Franco Giancarli su Il Tempo.
Un rugby che era stato edificato sulla pura passione dal romano Tommaso Fattori, e aveva trovato tra le montagne aquilane il terreno fertile. Che strana analogia quella tra la città allucchettata nel suo aspro Appennino, e le verdissime campagne inglesi in cui la palla ovale è nata. Eppure, la sintonia nacque e crebbe rapidamente, fino agli anni migliori del rugby aquilano, che era, allora, anche rugby nazionale. Angelo Autore c’era.
Era uno dei protagonisti, ostico, di poche parole, vagamente somigliante in qualche momento all’attore francese Costantin.
L’atleta rocchigiano (scendeva dall’Altopiano, come altri mitici campioni di palla ovale germogliati a L’Aquila) non aveva un fisico mastodontico, una stazza da rugbista australiano o gallese, come se ne vedono oggi negli incontri internazionali. Era di statura media, di corporatura solida e robusta, ma non esageratamente massiccia. Come altri giocatori di quegli anni, del resto, che erano persone normali e qualcuno anche bassino.
Le doti atletiche le possedeva, correva forte, placcava duro, era roccioso nel modo di giocare, e quindi uno dei migliori. Parlano, del resto, i fatti: scudetti e vittorie, glorie e passioni ad ogni partita. E L’Aquila gioiva dei primati, i soli che potesse conquistare, la sola città del Centro-Sud (esclusa Roma per ovvi motivi) a comparire nel grande rugby nazionale e internazionale.
Angelo Autore, che lascia un vuoto pur assente da anni dal mondo sportivo per motivi anagrafici, era un protagonista di quel mondo e di quei tempi, che oggi sembrano remotissimi, quasi alieni. In quegli anni i rugbisti, certo, trovavano lavoro (spesso in banca, ma non solo), ma per giocare non erano stipendiati. La città aveva bisogno di loro per conservare la gloria sportiva e se li teneva. Il rugby era uno sport senza busta paga né ingaggi in paesi stranieri. Era puro amore per lo sport e per le insegne della città, che sapeva sdebitarsi.
Quando se ne va uno come Angelo Autore, tornano alla mente di chi ha un po’ di anni e dei ricordi non annacquati, quei giorni e quei lustri in cui era impossibile non essere tifosi, anche per chi caratterialmente non lo era. Un saluto, un abbraccio, la fatica di una meta, l’ultima: aver vissuto tra attimi di entusiasmo, tra passioni e cuore palpitante, non solo dopo la corsa con l’ovale stretto tra le braccia, spingendo e scansando avversari infangati.

CORDOGLIO – “Angelo Autore – hanno dichiarato il sindaco Cialente e l’assessore Iorio – ha rappresentato un pezzo di storia dell’Aquila Rugby, dal momento che è stato protagonista di bellissime stagioni di sport e passione neroverde negli anni sessanta e settanta. Le sue presenze in nazionale ne hanno fatto, inoltre, un valido baluardo dello sport aquilano in Italia e nel mondo. Angelo, che è stato un grande uomo, per umanità e generosità, oltre che uno sportivo straordinario, può essere considerato, a pieno titolo, uno dei padri del rugby aquilano, uno sport che, nel corso degli anni, ha contribuito alla crescita e alla formazione di generazioni di giovani aquilani. In questo giorno di lutto per l’intero mondo dello sport cittadino – hanno concluso il sindaco e l’assessore – giungano le nostre più sincere e commosse condoglianze, insieme con quelle dell’intera Municipalità, a tutti i familiari di Angelo Autore e alla società L’Aquila Rugby”.

LUTTO AL BRACCIO – Il Presidente del Comitato Regionale Abruzzese Fir Angelo Trombetta ed il Consiglio regionale esprimono vicinanza alla Famiglia Autore e al club de L’Aquila Rugby per la scomparsa del caro Angelo, avvenuta ieri all’età di 78 anni.
Bandiera dell’Aquila Rugby, storico estremo degli anni Sessanta e Settanta, Autore aveva conquistato due scudetti con il club aquilano ed
era l’atleta azzurro numero 188. Aveva esordito con la Nazionale Italiana il 15 gennaio 1961 a Piacenza dove gli Azzurri avevano battuto
la Germania Ovest. Atleta di spessore e uomo di grande umanità, in memoria di Angelo Autore la Squadra Nazionale ha deciso di scendere in campo indossando il lutto al braccio nel test match di domani con il Sud Africa. Alla Famiglia Autore vanno le condoglianze del presidente Trombetta, del Consiglio regionale e di tutto il rugby abruzzese.Domani l’ultimo saluto presso la Chiesa San Pio X dell’Aquila alle ore
11.00.


21 Novembre 2014

Categoria : Cronaca
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