L’ombra nera e la caverna di Platone


Gli uomini sono flebili creature in una caverna, e sulle pareti si muovono ombre nere. L’immagine platonica sembra ritagliata su quanto emerge dalla sconcertante inchiesta dei ROS sul terrorismo, che da un paio d’anni tenevano d’occhio, e che è emerso a sorpresa – almeno per gli ignari abruzzesi – dagli arresti e dal novero degli indagati di “Aquila nera”. Forse non sappiamo ancora quanto nera e quanto ramificata. Di certo, dalla presenza di un generale dei carabinieri alla conferenza stampa è facile capire che non si scherza. No, non è la solita inchiesta su qualche fanatico e qualche vecchio arrugginito mitra AK47, sempre presente come un sinistro simbolo là dove si spara o si conta di sparare.
Ricordiamo decine di inchieste e di processi al terrorismo – che in Abruzzo è passato, e come… – ma stavolta, a quanto pare, gli obiettivi erano alti, anzi altissimi.
La differenza non sta nel linguaggio, nelle frasi ad effetto, nelle farneticazioni deliranti, ma nelle intercettazioni telefoniche. Una volta si andava a tentoni, in cerca di carte, fogli dattiloscritti, rosse stelle a cinque punte o truci e ribalde simbologie nere, dichiarazioni, testimonianze. Oggi sentiamo le voci, i toni, le pause, le trucide meditazioni, le vanterie, addirittura nomi ed elenchi di “obiettivi da colpire”. L’indagine dei ROS e della Procura distrettuale aquilana svelano scenari allarmanti, mettono in luce serpeggianti odi e livori verso lo Stato. Dicono che c’è gente che pensa a stragi e uccisioni, a “carbonizzare” Napolitano… E hanno armi, piani, idee precise.
Ancora una volta l’inadeguatezza dello Stato (in senso politico) produce veleni e reazioni agghiaccianti. Se fossimo dei politici, ci metteremmo a pensare, per capire quanto è profondo il guasto, quanto è sanguinolento il vulnus. Chi ha vissuto gli anni di piombo, gli anni Settanta, chi ha percepito rischi e terrore, può capire. Da oggi tutto dovrebbe cambiare, ma davvero, se fossimo un paese non diciamo serio (parola grossa in Italia), ma appena consapevole. Le ombre nere di Platone incombono nell’antro. Ma non sono filosofia.



22 Dicembre 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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