Anche Pescara è Charlie Hebdo


Pescara – UNA BELLA E SPONATANEA MANIFESTAZIONE DI CIVILTA’ ILLUMINATA DALLE FIACCOLE – (di Gianfranco Colacito) – Non è piazza della Repubblica di Parigi, ma piazza detta Salotto, il cuore della Pescara moderna, ad ospitare – come ha fatto stasera con un colpo d’ala di levatura europea – Charlie Hebdo, che è diventato anche un settimanale pescarese e abruzzese. Una bella manifestazione, ancora di più perché spontanea benché sollecitata da partiti e movimenti, con tanta gente, tante simboliche matite, tante fiaccole e luci, slogan e anche molti musulmani residenti in Abruzzo. Gente che si sente, ed è, più abruzzese che di altre contrade del mondo in cui Dio si chiama Allah, o in altri modi. Gente che dice no alle violenze e alle ottusità fanatiche e massimaliste.
A dire il vero, la maggior parte delle persone presenti (come molti onestamente ammettevano) di Charlie Hebdo, il settimanale satirico parigino colpito (ma non ucciso) dal terrorismo, non avevano mai sentito parlare. Anzi, i ragazzi non sapevano neppure che in Francia e in altri paesi la vignetta è pane quotidiano, tanto più apprezzata quanto più mordace e sarcastica, o anche crudele. In Italia, infatti, le vignette vanno poco, e il nostro più grande vignettista – Forattini – ha appunto fatte le valige e se n’è andato da anni oltre le Alpi.
Anche per questo, oltre che sentita e spontanea, la manifestazione di Pescara è stata culturale, coscienziosa, di aggiornamento rispetto alla vita e al mondo. “Una matita, una penna – ha detto ai microfoni il sindaco Alessandrini – possono anche ferire, ma non vuol dire che si debbano spezzare e colorare di sangue. Ci vuole coraggio, ci vuole il legittimo desiderio di svolgere una vita normale, di entrare in un supermercato senza avere addosso la paura di non uscirne vivo“.
Alessandrini di terrorismo ne sa qualcosa, le sue parole valgono molto, vanno rispettate e apprezzate, insieme con la sua dignità e la sua cultura.
Pescara, in nome dell’Abruzzo, stasera è stata una piccola Parigi, una piccola contrada civile ed evoluta dell’Europa. Fiaccole che hanno fatto luce come archi voltaici contro un buio troglodita che va rifiutato, respinto, illuminato, in ogni angolo del continente. Una volta tanto, una adunata davvero significativa, popolare, donata alla civiltà di tutti noi: se ne abbiamo, accendere una fiaccola, talvolta, è manifestarla.


11 Gennaio 2015

Categoria : Cronaca
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