Una lunga storia di frane e dissesti


Vasto – (di G.Col.) – (Foto: la frana del 1956 e i titoli dei giornali) – Il 1956 fu l’anno della grande nevicata che seppellì quasi tutta Italia, con un metro e 20 a Rimini, due metri a L’Aquila, mezzo metro a Roma, 30 centimetri a Napoli, 6 metri in Molise e così via. Un annus horribilis in bianco per quasi tutti, per Vasto invece un anno di paura. Una immensa franca colpì la parte della città che si affaccia sul golfo, quindi ad Est, estesa per centinaia di metri. Molto vicina a palazzo D’Avalos. Uno spettacolo impressionante, che le vecchie foto conservano su Internet a diposizione di chi non sa. E a memento: Vasto frana da sempre. La costa adriatica frana da sempre anche più a sud, a Ortona. Vasto franò probabilmente anche quando si chiamava Histonium, epoca romana.
Ed eccoci a oggi. Vasto franca sotto palazzo D’Avalos, si sgretola verso il pendio. Per fortuna, dicono oggi alcuni senza però elementi certi, per il palazzo non c’è pericolo: le strutture portanti sono lì, solide come sempre nei secoli. C’è da sperare che i costruttori, quasi cinque secoli orsono, ne sapessero più di quanto si sappia oggi del sottosuolo… Si bisbiglia anche che sotto Vasto ci siano molti vuoti e caverne, ma vai a sapere. Dovrebbe farsi sentire l’ordine dei geologi.
Però, dice la gente, tutti avevano avvistato da giorni delle fenditure, delle spaccature, nel muraglione a mattoni che recinge il giardino in stile napoletano ai piedi del palazzo. E’ del resto chiaro che un muraglione non collassa all’improvviso, nonostante le piogge abbondanti che però mica ci sono state per la prima volta… Tutti avevano avvistato le fenditure, meno il Comune, che ha fatto sgomberare un paio di case dopo “dopo” la frana di ieri mattina.
Verrà fuori, anche questa volta, la solita frase: disastro annunciato, oppure “si poteva evitare” e “si doveva intervenire prima”. Importante, a questo punto, è che si intervenga subito. Il sindaco parla di unità di crisi e di ispezioni dei suoi tecnici, che riferiranno alla Regione già domani. In modo, forse si illude il sindaco Lapenna, che i soldi siano sborsati … o almeno si sappia quanti ne occorrono, già martedì! E’ vero che si parla di somma urgenza, in questi casi, ma è anche vero che questa somma urgenza non si è mai praticamente vista o sentita in passato. Ci sono ponti crollati ricostruiti dopo… due anni, altre frane mai riparate, macigni pencolanti su case sempre in bilico. In pratica la somma urgenza della Regione è stata spesso una frase tanto per dire. Vediamo questa volta.


25 Gennaio 2015

Categoria : Cronaca
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