Strade del Fucino, da sempre mortali


L’Aquila – INCREDIBILI L’ASSENZA E L’INCURIA DI AMMINISTRAZIONI E ISTITUZIONI – Il Fucino nel tempo è un’altra cosa rispetto alle sterminate terre di cui si impadronì la famiglia Torlonia dopo aver ri-prosciugato il lago svuotato dall’imperatore Claudio, e che l’imperatore Federico II molti secoli dopo aveva l’intenzione di restituire alle colture. Il Fucino è una delle più importanti aree agricole del Centro Italia, terra di contadini, oggi anche terra di sfruttamento di lavoratori stranieri, forse di caporalato, forse anche di peggio. Tutto noto, tutto scontato. Ma in troppi si dimenticano che nel Fucino c’è anche Telespazio, un impianto di comunicazioni spaziali e altro, un sito tecnologico di importanza mondiale.
L’Abruzzo, come in altri casi, non ha saputo percepire e digerire di essere importante, e continua a dormire, assente e distante, con tanti amministratori e politici del tutto inadeguati e inconsapevoli. Inerti, o barricati dietro le solite bisunte ragioni burocratiche, con conflitti di competenze, inerzie, rivalità, ritardi e omissioni che diventano, ormai, delittuose.
E’ infatti delittuoso che la gente continui a morire lungo il reticolo secolare delle strade che sono piste di fango e polvere, costellazioni di buche e rattoppi, itinerari micidiali senza misure di sicurezza e prive persino di guard rail che proteggano i veicoli dal pericolo di finire nei canali. Come avviene continuamente, sempre con vittime.
Qualche tempo fa fu installato un semaforo, pensate che eroica decisione, in uno degli incroci più pericolosi. La Provincia se ne vantò come di un’impresa erculea, si parlò quasi di una conquista… Ed era soltanto un semaforo smandrappato, piantato con il suo stelo giallo subito infangato nella piana orizzontale interrotta solo da filari di pioppi. La realtà è, da decenni sempre peggiore, che le strade del Fucino sono totalmente prive di manutenzione, segnaletica, illuminazione, vigilanza (nemmeno a parlarle, figuriamoci…). Una rete di piste assurde e una ridda di incroci a raso, quadrivi micidiali, trappole. E, quando c’è maltempo o peggio nevica, auto che finiscono nei canali, gente che muore.
Se qualcuno ne è capace, ci indichi un altro luogo d’Italia in cui in decenni nessuno – comuni, provincia, enti locali, politici locali, qualsiasi autorità di qualsiasi genere e tipologia – abbia mai deciso di muoversi, di intervenire, di migliorare almeno la strada che porta a Telespazio: infatti, siamo proprio lì all’assurdo totale. La strada che porta alla stazione spaziale, dove lavorano centinaia di persone…
E’ di queste scandalose realtà che l’Abruzzo deve soltanto vergognarsi per aver tollerato decenni di cecità, di assenza, di inadeguatezza dei propri amministratori.


01 Febbraio 2015

Categoria : Cronaca
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