Abbiamo bisogno di recuperare dignità


L’Aquila e la sua politica, intesa in senso generale, hanno bisogno di un urgente recupero di dignità, quasi quanto dei soldi per la ricostruzione. Riconosciute poche eccezioni, i personaggi ai quali è affidato il futuro (oggi precario, fumoso, non visibile) della collettività vilipesa e smandrappata dovrebbero fermarsi un attimo, sorbire camomilla a litri, darsi una calmata.
Non è giustificabile che in un comune tanto inguaiato avvengano vicende come quella toccata ad una dirigente, che si dice perseguitata anche per non aver… portato acqua in aula. Ed ha ottenuto un risarcimento, quindi a proclamarsi vittima non è solo lei, visto che c’è una sentenza.
Lungi da noi giudicare, come sempre, persone e fatti specifici. Come è andata, è andata. Ci auguriamo che alla dirigente venga restituito il rispetto che le è dovuto, come persona e come funzionaria pubblica.
Ma finire, come città, sui giornali nazionali (La Repubblica) per una storia del genere, è stata una sberla a tutti. Che ne hanno subite tante e poi tante, da non poterne più. Meschinerie tanto disarmanti disonorano non solo chi ne è vittima, ma tutti. Significano che il tessuto è liso, che la sua trama sta per cedere. Basta, i cittadini sono stomacati.
Il sindaco, che la dignità non l’ha mai persa durante questi sei anni tremendi, ci restituisca e restituisca alla sua istituzione il decoro che è indispensabile, prima di ogni altra esigenza. Non si vive di soli soldi per rifare palazzi e palazzine malferme.



25 Febbraio 2015

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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