Conosciamo i serpenti di Cocullo


L’Aquila – LUNGHI ANCHE PIU’ DI DUE METRI E TUTTI ASSOLUTAMENTE INOFFENSIVI – Trasferita da qualche anno dal primo giovedì di maggio al 1 maggio, la festa dei separi di Cocullo ha attirato anche oggi migliaia di persone, tra le quali anche stranieri, in una bella giornata semiprimaverile, rinnovandosi tra lo stupore e la curiosità di chi, tutto sommato, dei serpenti e dei rettili in generale non sa nulla o quasi nulla. A scuola, poi, certe materie sono del tutto scomparse, e con la geografia – ormai estinta – di sicuro è finita o quasi anche la zoologia, insieme con la botanica.
Chi va a Cocullo pensa, talvolta, che i serpenti pigramente aggrovigliati sulla statua paziente di San Domenico, possano persino essere… velenosi.
C’è chi è convinto che si tratti di rettili “sdentati” dai serpari e chi, comunque, per prudenza fa a meno di toccarli e persino di avvicinarsi troppo al “protettore dei dentisti” (così viene chiamato San Domenico).
Forse sarà utile a togliere qualche curiosità dire qualcosa dei serpenti, oltre che delle tradizioni all’origine del rito cocullese, sicuramente legato al remoto culto della dea Angizia. Radici pagane, come sempre, quindi.
I serpenti catturati dai serpari (che sono sempre meno numerosi e si avviano… all’estinziose come alcune specie di rettili) cominciano a lavorare ai primi tepori primaverili. Sulle montagne attorno a Cocullo, rocciose, scabre o boscose, vivono quattro specie di serpenti, nessuno dei quali, ovviamente, è velenoso. In verità, velenosa dalle nostra parti è soltanto la vipera (in particolare l’aspide del Gran Sasso), che raramente può anche causare la morte. Ma non c’è la confodersi: le vipere sono piccole e hanno la testa schiacciata vagamente triangolare.
A Cocullo si usano il cervone (che può essere lungo anche più di due metri), due specie simili di colubro (anche questo lungo fino a oltre due metri) e si trovano come altrove le bisce, spesso grosse e lunghe un metro e mezzo-due. Sono rettili di colore chiaro-marroncino-dorato-verdastro. Vivono sui monti, spesso nuotano, e sono utili amici dell’uomo nel senso che cacciano i topi.
E proprio i topi, portatori di malattie anche gravi, sono molto più pericolosi dei serpenti, che si possono considerare innocui, paurosi, timidi e inclini a nascondersi e a fuggire avvertendo le vibrazioni del suolo sotto i passi delle persone.
A Cocullo viene assicurato che i serpenti, dopo… l’uso turistico-folcloristico del 1 maggio, vengono rimessi in libertà. Se è vero, come si racconta, che tornano nell’ambiente ma senza denti, la loro vita sarà sicuramente breve e difficile. Alcune specie di rettili sono rare e quasi estinte, dunque sarà meglio proteggerle , altrimenti tra cause naturali e diminuzione dei serpari, Cocullo e i suoi scarsi 300 abitanti avranno poco avvenire.


01 Maggio 2015

Categoria : Turismo
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