Policentrica, pietre della memoria


L’Aquila – Progettata da Sergio Nannicola (foto) nel 2010 e realizzata cinque anni dopo nel “Parco delle sculture” al MuBAQ (Museo dei bambini – L’Aquila) fondato e diretto da Lea Contestabile, già docente al l’Accademia di Belle Arti del capoluogo abruzzese, l’installazione “Policentrica – Pietre della memoria”, è stata inaugurata con una originale performance dell’autore.
Le premesse dell’azione performativa tenuta nel Museo il 16 maggio a Fossa, presentata in loco dal critico Antonio Gasbarrini, possono essere rintracciate in alcuni passi della dichiarazione poetica dell’artista aquilano:
“La pietra monolitica posta al centro della parte apicale del colle rappresenta simbolicamente la città dell’Aquila, anticamente voluta ed edificata dai borghi circostanti, in questa occasione rappresentati da altrettante simboliche pietre. Nel sito trovano posto cinque rocce che custodiranno i messaggi: quattro di esse sono posizionate secondo la configurazione astrale del sei aprile duemila nove alle ore 3.32”.
I documenti memoriali collegabili “creativamente” al sisma del cratere aquilano, evocati da 43 pietre di varie dimensioni corrispondenti numericamente ai Comuni o borghi coinvolti nel terremoto e posizionate concentricamente su una semisfera di terra, sono stati già in parte inseriti e sigillati in alcuni degli irregolari monoliti.
Nel “primo atto” dell’azione, Sergio Nannicola (docente all’Accademia di Brera) ha “occultato” nel “cuore traforato” delle rocce, una pen drive, una poesia e uno spartito musicale (entrambi su carta).
Nella “pennetta digitale” sono contenuti, in versione PDF, la presentazione critica di Antonio Gasbarrini scritta sotto forma di una lettera indirizzata idealmente al filosofo/poeta/artista Giordano Bruno bruciato vivo per eresia a Roma in Piazza Campo de’ Fiori il 17 febbraio del 1600 e due libri. Il primo, curato dall’estensore, ricostruisce con più voci la “storia reale” e non quella “manipolata dai massmedia” dell’antagonismo civico aquilano sintetizzata nel titolo L’epopea aquilana del Popolo delle Carriole. All’Avanguardia dell’indignazione hesseliana; il secondo è la versione integrale digitalizzata di una copia del libro originale De umbris idearum scritto in latino da Bruno, pubblicato a Parigi nel 1582, copia sfuggita al rogo in Piazza S. Pietro (autodafé) di tutti i suoi volumi editi.
Gli altri due documenti cartacei, “occultati” nelle pietre (come si esprime Nannicola) sono la poesia “ore trentrantadue della vita” di Anna Maria Giancarli e l’omonimo spartito musicale del Maestro Sabatino Servilio.
Tra qualche giorno, nell’”l’atto finale” della performance, potrà vedersi l’artista racchiudere in altre pietre il testo cartaceo di Lea Contestabile sulla genesi e le finalità del MuBAQ; le firme apposte dai partecipanti su una striscia di plastica trasparente che sarà opportunamente arrotolata e il video dell’inaugurazione registrato su una minuscola memory card.
Implacabile testimone della mancata ricostruzione (ad oltre sei anni dal sisma), “Policentrica – Pietre della memoria” abbina pertanto, con le sue silenti rocce e con i messaggi in esse incorporate, la componente estetica d’un arte tutto e solo contemporanea, a quella civico-etica. Creando così un arcobalenico ponte immaginifico tra le generazioni dell’antico passato (la vicina necropoli di Fossa in cui è stato costruito il MuBAQ), quelle presenti stravolte dal sisma e le future che avranno l’opportunità d’imbattersi negli eloquenti frammenti memoriali della tragedia tuttora in corso d’una intera comunità.


24 Maggio 2015

Categoria : Cultura
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