Invece di pavoneggiarsi, vergognarsi


Viene strombazzato come se fosse un grande merito, divina munificenza dovuta all’infinità bontà dei reggitori alati, l’annuncio che spuntano 25 milioni regionali destinati alla banda ultra larga. Per dirla semplice, per consentire al popolo bue e soggiacente di usare Internet senza pagare dei privati.
L’Abruzzo era (e per ora è ancora) tra le aree meno servite dalla rete in Italia. Per colpa di chi, è facile da capire: della Regione, e anche dei comuni. La comunicazione in rete è un presupposto di ogni sviluppo turistico, commerciale, artigianale, industriale, civile, sociale, culturale. Quante volte abbiamo ripetuto, guadagnandoci odio e disprezzo (grazie) da parte dell’arroganza politica imperante, che turisticamente (ma non solo) siamo all’anno zero? Bene, intendevamo anche questo.
Il paese più difficile del mondo da servire (la Finlandia: laghi, ghiaccio, montagne, foreste) è anche quello che usa Internet ovunque da almeno vent’anni, gratis e per tutti. L’Abruzzo dei parchi, della neve, del turismo bianco e azzurro, sta a zero o quasi. Pensate che la banda ultra larga non esiste a Roccaraso, Scanno, Tagliacozzo, Carsoli, Sulmona… Se non paghi ai privati, comunichi con il tam tam, il pettegolezzo, le dicerie, i segnali di fumo. O non comunichi. Siamo nel Medio Evo o quasi.
Ora annunciano che diranno e faranno, se ne vantano: hanno promesso anellini e perline agli indigeni delle lontane Americhe di Colombo.
Si pavoneggiano, e dovrebbero solo vergognarsi. O dovremmo farlo noi, che glielo abbiamo permesso fino ad oggi.



28 Maggio 2015

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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