Ambientalisti contro Parco su impianto Fontari: “Il VIA respinga il progetto”


Pescara – “Il parere favorevole al progetto di costruzione della nuova seggiovia delle Fontari “Campo Imperatore-Osservatorio” nel Parco Nazionale del Gran Sasso appena fornito dal Consiglio direttivo del Parco, e’ in aperto contrasto con l’esito dell’istruttoria del suo stesso Servizio scientifico, nonche’ con le norme della Direttiva n. 92/43/CEE Habitat e il relativo D.P.R. di recepimento e attuazione n. 357 del 08/09/1997″.
Lo denunciano, in una nota congiunta, le associazioni Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, TCI Club di Territorio di Pescara e WWF che ricordano come l’area di Campo Imperatore sia infatti “interamente compresa in due Siti tutelati dalla Rete ‘Natura 2000″. La realizzazione di progetti che abbiano un’incidenza significativa su habitat e specie prioritari di interesse comunitario puo’ essere approvata soltanto per “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” e solo con il parere obbligatorio e vincolante della Commissione europea. Il progetto – sempre secondo le associazioni – e’ anche in contrasto con la Legge quadro sulle aree protette e con lo stesso Piano del Parco. L’argomentazione secondo la quale la nuova seggiovia Campo Imperatore-Osservatorio costituirebbe un intervento di “mera sostituzione” di quella delle Fontari attualmente presente – viene affermato nella nota – e’ palesemente non corrispondente alla realta’ dei fatti: il nuovo tracciato della seggiovia, infatti, sarebbe lungo quasi il doppio di quello esistente (da 800 a circa 1600 metri), spostandosi oltretutto di circa 150 metri verso Nord. Le Associazioni chiedono dunque al Comitato Regionale VIA “di respingere il progetto, in quanto totalmente incompatibile con il territorio del Parco Nazionale e in palese contrasto con le normative europee e nazionali”. Gli ambientalisti, infine, ribadiscono che “occorre cambiare subito politica per la montagna abruzzese.
E’ necessario abbandonare gli investimenti pesanti basati su un turismo invernale gia’ in forte crisi e destinato ad ulteriori inevitabili ridimensionamenti a causa dei cambiamenti climatici (che sono una realta’ in atto, non piu’ soltanto una previsione). Bisogna invece scommettere sull’alternativa verde, basata su piccoli investimenti diffusi nel territorio a vantaggio di un turismo piu’ moderno e di maggiore qualita’, questo si’ in crescita ovunque, basato sui valori naturali unici del ‘cuore verde d’Europa’”.
(Ndr) – Ancora una volta l’ambientalismo abruzzese, levando la sua voce da Pescara, erige una potente barriera contro ogni tentativo di sviluppo riguardante il Gran Sasso aquilano. E ancora una volta quegli sporadici esponenti aquilani dei vari movimenti mantengono la posizione da sempre preferita: il mutismo. Come se non esistessero, e forse davvero non esistono. Il perenne no degli ambientalisti è perentorio, e senza vie d’uscita. Alternative non ne suggeriscono. Loro, i coraggiosi demolitori di ogni iniziativa, scelgono il debole e precario Gran Sasso aquilano per ruggire , forse per distrarre la gente dalle assenze e dai silenzi durati decenni sugli autentici sfaceli dell’ambiente abruzzese. Tipo discarica di Bussi, e tante altre situazioni davvero desolanti.


11 Giugno 2015

Categoria : Cronaca
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