Equitalia ammette il suo anatocismo?


Ofena- Al prefetto e a tutte le forze dell’ordine è stato inviato il seguente esposto da parte di Dino Rossi, fondatore del Cospa Abruzzo: “Equitalia ammette di spillare i soldi attraverso l’anatocismo ai contribuenti. Ora è tutto chiaro.
Equitalia ammette candidamente -con il proprio atto di costituzione in giudizio nella causa avverso il preavviso di iscrizione di ipoteca pendente dinanzi il Tribunale dell’Aquila, Sez. Lavoro, contro l’Azienda Agricola Dino Rossi (difesa dall’Avv. Davide Tagliente del foro di Pescara)- di aver praticato l’anatocismo fino all’anno 2011, celandosi dietro il fatto che glielo consentiva la norma di legge all’epoca vigente.
Inutile evidenziare la gravità della situazione, posto che il problema non riguarda solo l’Azienda del Sig. Rossi ma vede coinvolti milioni di contribuenti che hanno pagato, e continuano a pagare il prezzo di una pratica (quella anatocistica), che lo stesso Stato Italiano ha recentemente vietato. Non si comprende a questo punto perché, se l’anatocismo viene vietato in quanto ricollegato ad una pratica scorretta (quella del calcolo di interessi su interessi), debba però continuare ad essere valido per i conteggi effettuati fino all’anno 2011. Se è scorretta non deve essere applicata, tanto più se a praticarla è di fatto un Ente pubblico che dovrebbe anche (ma forse soprattutto) tutelare i contribuenti. E non dimentichiamo che a prescindere dalle modifiche legislative intervenute nell’anno 2011, ad oggi l’anatocismo è di fatto ancora presente nel calcolo degli interessi dei piani di rateizzazione predisposti da Equitalia. Ma anche di questo nessuno ne parla…
La nuova udienza è stata fissata per il prossimo 26 giugno 2015 e ne attendiamo con ansia l’esito con la speranza che tutto ciò sia finalmente rilevato anche dalla Magistratura Italiana, affinché tutto possa essere riportato sui binari di correttezza, civiltà ed equilibrio tra l’Ente di riscossione ed i contribuenti italiani, che, allo stato, si vedono inermi e schiacciati da una macchina che non si ferma davanti a niente.
L’azienda agricola di Ofena è solo la punta di iceberg che si cela dietro questa macchina di riscossione, la quale fino ad oggi ha mietuto più vittime più del terremoto avvenuto a L’Aquila, quindi ci aspettiamo che la magistratura si adoperi allo stesso modo e alla stessa velocità, altrimenti saremmo costretti a bivaccare davanti al tribunale dell’Aquila fino a quando non verranno chiariti i metodi se siano legali o meno, con cui Equitalia costringe il contribuente a pagare applicando l’anatocismo anche sul rateizzo. Certi di un buon lavoro, si attende a breve un riscontro da parte della LEGGE ITALIANA al fine di tutelare le ditte italiane, che a fatica, attanagliati dalla crisi generata dalla casta politica a discapito di chi lavora onestamente, che purtroppo con i costi di gestione arrivati alle stelle non possono pagare le tasse”.(
(Ndr) – Come sempre, siamo pronti ad ospitare precisazioni e spiegazioni da parte di Equitalia, se vorrà fornirne.


24 Giugno 2015

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.