A che gioco gioca il PD?


Capire come sia guidato il PD abruzzese è molto più difficile che capire cosa abbia in mente quello aquilano. Dal che qualcuno deduce: “Niente il secondo, molte cose e tutte pescarocentriche il primo”. Risulta da dati scientifici consolidati che, per avere qualcosa in mente, occorra una mente. nel senso di una guida, è chiaro.
Bene. Se nel PD una guida c’è (magari si chiama D’Alfonso), non può davvero essere convinta di tenere una riunione decisiva a Pescara, dimenticando di invitarvi… il sindaco dell’Aquila. Per poi farfugliare tardive scuse, come rivela Cialente su Facebook.
De minimis non curat praetor, ci scusino quelli del PD se lo diciamo in latino, ma la frase quella è e non possiamo cambiarla. Dunque, va pensato che se la scalcinatezza organizzativa del PD persiste fino all’estremo limite, deve essere colpa di qualcuno nei piani bassi. Ma se in un partito che comunque è grande e bello, chi sta ai piani bassi ha il potere di combinarne di tali dimensioni, quelli che stanno ai piani alti sono da ritenere vieppiù temibili. Potrebbero persino deviare un asteroide o cambiare l’Abruzzo in Lombardia. Potrebbero tutto e anche di più.
E se cominciassero a rispettare il sindaco dell’Aquila e la sua città? Resta solo il dubbio: a che gioco sta giocando il PD? Dalle strombazzate visite di Renzi alla bufala della legge per il capoluogo, pare un rosario. Che nessuno terrebbe in mano per pregare.



27 Giugno 2015

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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