Farmaci scaduti, primi indagati, ma la Regione sempre muta


Pescara – Continua la pioggia di notizie sui farmaci scaduti negli ospedali, cindita anche – in qualche caso – cin notizie di situazioni igieniche sorprendenti.
La cronaca di oggi dice che spuntano i nomi di persone sulle quali si concentra l’attenzione delle procure.
Sono due gli indagati nella vicenda relativa alla presenza di farmaci scaduti in un reparto dell’ospedale civile ‘Santo Spirito’ di Pescara. L’inchiesta del pm del Tribunale di Pescara, Barbara Del Bono, e’ stata aperta dopo i controlli eseguiti a inizio luglio al nosocomio pescarese dai Carabinieri del Nas, nell’ambito di una serie di verifiche che riguardano le strutture sanitarie di tutto il territorio regionale. I carabinieri, tra l’altro, il 16 giugno scorso erano gia’ stati all’ospedale di Pescara a seguito delle numerose lamentele circolate sui social network per la presenza fastidiosa di zanzare all’interno del reparto di Ostetricia e Ginecologia.
Attonita di fronte a certe situazioni, i cittadini sembrano punti interrogativi viventi. Domande alle quali si presume debba rispondere chi è responsabile della sanità pubblica: la Regione in capo a tutti, le ALS coinvolte in subordine.
La domanda più inquietante è questa. Se esistono situazioni quanto meno abnormi, esistono per forza – come gli stipendi a fine mese – anche della responsabilità precise. Gli ospedali hanno dei direttori, che dovrebbero rispondere ai dei manager. Scoperto il primo caso ad Avezzano, qualsiasi detentore di qualsiasi responsabilità avrebbe agito come un buon padre di famiglia: rovistare tutto e scoprire prima che arrivino i carabinieri eventuali farmaci scaduti. Ma scoprire prima di tutto da dove vengono, acclarato che sulle vicende dei farmaci scaduti circolano da sempre dicerie inquietanti. Quanto sono dicerie?
Invece, tranquillamente, a L’Aquila (stessa ASL di Avezzano) si trovano ancora farmaci scaduti, e anche a Pescara, un’altra ASL.
Se ne deduce senza essere Aristotele che nelle due ALS, quanto meno, nessuno è saltato dalla sedie (morbida e confortevole) per urlare e ordinare accertamenti e pulizie. Come se si fosse trovato un capello nella minestra, ricordando che anche un capello dell’amata dà fastidio nella minestra…
Da paura, comunque, il mutismo pervicace e parecchio spocchioso della sanità, che continua a non dire nulla, a non informare nessuno, a non garantire che non accadrà mai più niente del genere. Gli ospedali sono una ventina. Cosa ci vorrà a rivoltarli tutti come calzini per scoprire se tutto è a posto?
Mutismi, ritardi, omissioni, sono la strada più piana per inculcare nella gente – già di suo maldisposta nei confronti della sanità per i punti nascita e altre faccende – i peggiori pensieri. Se è questo che volevano nei palazzi pescaresi, lo hanno ottenuto. E magari poi finisce all’italiana, cioè saltano gli stracci…


09 Luglio 2015

Categoria : Cronaca
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