In vista una cura da elefante per gli enti culturali abruzzesi


di Amedeo Esposito

Si principia con l’Isa (Istituzione sinfonica abruzzese): azienda che sarà salvata dalla Regione con 400mila euro, con l’impegno che “ i fondi dovranno essere moltiplicatori per produrre utili, poiché l’ente regionale “intende soprattutto evitare che i soldi pubblici vengano utilizzati per ripianare i deficit”.

Non c’è che dire! Si tratta di una vera e propria cura da cavallo rivolta agli enti culturali, qualunque siano, annunciata dal dirigente regionale alla cultura, Giancarlo Zappacosta, divenuto per l’occasione “autorevole portavoce” del governatore Luciano D’Alfonso, alle prese con le trattative per il rientro nella sua maggioranza dei tre aventiniani: Andrea Gerosolimo, Marco Olivieri e Luciano Monticelli, i quali hanno poggiato la loro protesta non già su presupposti politici, bensì campanilistici che hanno investito l’Isa e la nuova realtà delle province.

A loro, più che ad altri, sarebbe diretta l’illustrazione della “cura” annunciata dal Dirigente regionale che sappiamo di lungo corso ed anche politico navigato, formatosi all’ombra dei Mattucci ed in quella della scuola di altissima qualità democristiana come pochi altri (fra cui Luciano D’Alfonso e Giampaolo Arduini).

Zappacosta, lo si sa, ha mezzi e carte per accertare che l’Isa come il Tsa (Teatro stabile d’Abruzzo) abbiano avuto sempre un ritorno dalle loro produzioni.

Sono oltre 44milioni di euro, in 45 anni, i fondi indotti nella Regione dall’Istituzione sinfonica abruzzese.

Azienda (quindi, industria a tutti gli effetti) che è entrata nel cono della duplice crisi, quella globale e quella dovuta al terremoto, subita da tutte le realtà abruzzesi investite, purtroppo, da questo negativo vortice, e che ha condotto al disfacimento di molta parte dell’economia abruzzese.

Così, da fine Dirigente, Zappacosta , omettendo di dire che da 45 anni, soci fondatori di diritto dell’azienda sono il Presidente della Regione, il Sindaco dell’Aquila ed i quattro presidenti delle province, avverte l’urgenza di una nuova dirigenza dell’Isa (quella in carica ha devoluto le sue funzioni, anche di rappresentanza, agli amministrativi) che sappia appunto recepire ed attuare le nuove regole per produrre cultura e fare utile sul territorio, ed assicurare stabilità a ben 60 lavoratori ( al novanta per cento professori di musica) , oltre ad accogliere, secondo lo statuto, i “bravi” dei conservatori di musica abruzzesi.

Dunque si paventa un nuovo corso storico per l’Isa, che, se ben governata come per 20 anni è riuscito a fare il presidente onorario Ludovico Nardecchia, non mancherà al suo compito regionale, nazionale e internazionale, come ha sempre dimostrato.

Da ultimo: Zappacosta afferma che la “Sinfonica del Lazio ha chiuso e che ogni giorno chiude una fabbrica” e quindi “ non è insolito se chiude un’altra orchestra”.

La domanda è: si renderà mai conto della differenza tra il Lazio che mantiene la grande istituzione di Santa Cecilia, e l’Abruzzo che vanta una sola orchestra stabile di produzione: quella dell’Azienda Isa?


21 Agosto 2015

Categoria : Attualità
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