Precari, un limbo di sofferenza e ingiustizie


L’Aquila – MOLTI SONO STATI ROTTAMATI NEGLI ULTIMI ANNI – Chi possiede un minimo di umanità, di solidarietà sociale e anche di logica non può che augurarsi la soluzione più utile al Comune e giusta. Leleggi attuali non aiutano, ma il cratere sismico ha esigenze ben differenti rispetto al resto del territorio. L’impegno politico c’è anche se l’impresa appare difficile.
I precari vivono situazioni e patemi d’animo che in una società giusta e rispettosa dei cittadini non dovrebbero neppure immaginarsi, e sono invece incalzanti in Italia. Per anni si sono prodotti precari sbandierando meriti e benemerenze che erano solo un groviglio di errori e di incosciente approssimazione all’italiana. Oggi i nodi vengono al pettine e si gioca con la gente, con le famiglie, con giovani che in Italia vivono sempre peggio e, se potessero, ne fuggirebbero in massa. Il disagio e la sofferenza di dover essere italiani sono crescenti e causano un turbamento sociale pericoloso, di cui la politica non si rende conto. E di cui rischia di pagare conti salatissimi. La montante disaffezione alla politica e alle istituzioni è un sintomo allarmante.
Ma a monte c’è di più e di peggio. Per i precari del Comune si sta operando con impegno. Per altri precari, ugualmente pubblici, politica e sindacati scelsero di lavarsi le mani e di gettare tutti in discarica: parliamo della Provincia di alcuni anni fa. Allora il problema fu ignorato, scaricato: rottamazione senza pietà. In seguito, grazie a raccomandazioni e manovre, qualcuno di quei precari fu recuperato e collocato. Il massimo dell’ingiustizia, sempre nel silenzio indifferente di tutti. Eppure, le leggi attuali non c’erano e qualcosa si sarebbe potuta fare per non umiliare dei lavoratori esplusi dal contesto sociale.
Ci auguriamo che vicende tanto offensive non si ripetano per il Comune. Lo Stato non può giocare con la pelle della gente che chiede solo di poter esistere dignitosamente.


10 Ottobre 2015

Categoria : Cronaca
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