CGIL e FILLEA su “sal” a false autocertificazioni


L’Aquila – Scrivono Umberto Trasatti segretario CGIL ed Emanuele Verrocchi, segretario Fillea : “Sal e false autodichiarazioni: le norme sono da cambiare, fino al pagamento diretto di subappaltatori e fornitori.

L’inchiesta in corso sulle false autodichiarazioni presentate da alcune imprese impegnate nella ricostruzione per vedersi pagati i Sal (stati di avanzamento lavori) dopo aver dichiarato di aver versato il dovuto ai subappaltatori e ai fornitori era purtroppo prevedibile e scontata.
La Cgil infatti, più volte e già da alcuni anni, ha osservato che quando si autorizza il pagamento di un Sal a favore di un’impresa prevedere una certificazione sugli avvenuti pagamenti (ai subappaltatori e ai fornitori) da parte di quella impresa è certamente opportuno, e tuttavia c’è da chiedersi se aziende scorrette o mafiose alle quali si affida la responsabilità di autocertificare la propria correttezza si lascino intimidire dal reato di responsabilità penale legato alle autocertificazioni false.
Quelle che oggi si ripetono sono dunque vicende prevedibili e previste. L’inchiesta sui falsi pagamenti dei subappalti e delle forniture farà luce su un problema rispetto al quale nessuno, a partire dalla politica, ha dato ascolto alle nostre preoccupazioni. Al punto che l’emendamento sui Sal fu approvato senza tenere in nessuna considerazione i nostri suggerimenti e senza modificare le norme sui pagamenti.
Non sono le aziende che frodano i subappaltatori e i fornitori (oltre i lavoratori) a poter autocertificare la correttezza dei propri comportamenti, ciò che serve è una nuova legge e regole certe, con le relative sanzioni a carico dei furbi e dei disonesti che si arricchiscono sulle spalle delle piccole imprese e degli artigiani, dei subappaltatori e dei fornitori, evidentemente ricattabili e in posizione subalterna. Con il risultato, tra gli altri, che molte di queste imprese sono vicine alla bancarotta o sono già cadute nel baratro del fallimento.
Da parte nostra ribadiamo la richiesta, se davvero si vuole tornare alla piena legalità, di cambiare la legge, modificare la procedura delle autocertificazioni ed arrivare persino al pagamento diretto dei subappaltatori e dei fornitori da parte dei committenti, senza passare per l’impresa più grande alla quale i proprietari affidano i lavori di ristrutturazione.


09 Luglio 2016

Categoria : Attualità
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