Particolato e salute, studio aquilano a New York


L’Aquila – Nel volume Airborne Particulates, edito dalla Nova Publishers in Hauppauge, New York, sono stati pubblicati studi sul particolato atmosferico proveniente da varie regioni del globo (Beijing China, Canary Islands, Tokyo, Shizuoka, Kakumamachi – Japan, Athens- Greece, Fallon Nevada – USA, Dunkerque -France, Rabat -Morocco) e dalla città dell’Aquila.
Lo studio sul monitoraggio della cito e genotossicità del particolato Fine (PM2.5) and Coarse (PM10) campionato a L’Aquila, è stato diretto da Anna Poma, professore associato presso il Dipartimento di Biologia di Base ed Applicata (Dip. BBA) e docente di Genetica della Facoltà di Biotecnologie dell’Università dell’Aquila, con la collaborazione interdisciplinare del Prof. Pietro Picozzi del Dipartimento di Fisica e del Centro di Microscopia dell’Ateneo aquilano (Dott. Lorenzo Arrizza e Dott.ssa Maria Giammatteo) e con la partecipazione della Prof.ssa Anna Maria Ragnelli, del Dott. Pierpaolo Aimola, della Dott.ssa Maria Laura Di Giorgio e del Dott. Sebastiano Di Bucchianico del suddetto Dipartimento di BBA.
Il particolato atmosferico urbano può contenere, come noto da tempo, sostanze mutagene e cancerogene, pertanto è necessario ad oggi monitorarlo costantemente per poter prevenire e limitare i rischi sulla salute umana. Il gruppo di ricercatori, coordinato dalla Prof.ssa Poma, è attivo dal 2002 sulla caratterizzazione chimico-fisica e sulla valutazione degli effetti e dei meccanismi di azione a livello cellulare e molecolare del particolato raccolto nella città dell’Aquila, come testimoniato da altre pubblicazioni oltre la suddetta, su riviste internazionali e numerose comunicazioni a Congressi Nazionali e Internazionali.
I lavori citati fanno riferimento a campionamenti del particolato dell’Aquila prima del terremoto del 6 aprile e pertanto rappresentano un utile contributo informativo su una situazione del particolato che andrebbe nuovamente monitorata in maniera significativa, considerate le problematiche legate a modificazioni ambientali post 6 aprile (variabilità traffico, diversa distribuzione delle attività umane e industriali sul territorio urbano, etc.).
Gli autori auspicano di poter reperire, in un immediato futuro, fondi per continuare a portare avanti le ricerche intraprese e poter contribuire ancora al biomonitoraggio dell’aria dell’Aquila da “come era” a “come sarà”, con gli strumenti di ricerca applicata e le competenze presenti nell’Ateneo.


04 Febbraio 2010

Categoria : Scienze
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