Quarant’anni di silenzi e veleni


Se qualcuno domani vorrà leggere la storia dell’Abruzzo (ammesso che qualcuno oltre ai giornali voglia scriverla) sarà colto da incredulità e disappunto. O disgusto. Scoprirà infatti, oltre alle malefatte politiche e agli scandali con tanti arresti eccellenti, che la regione spacciata come quella verde in Europa, fu soltanto un deposito di veleni e rifiut8i tossici. Tra occhi chiusi e complicità a larghissimo livello. Tacquero e non videro per decenni tutti quanti, e quando un assessore pescarese 44 anni fa tentò di denunciare, fu isolato e lasciato solo come un farneticante. Dunque, tutti erano complici. Primi attori potenti erano grandi industrie e grandi marchi, dunque la politica nazionale, quelli che vengono sempre chiamati poteri forti. In realtà, erano fortissimi. Tutto durò per quattro decenni, si scoprì nel 2007, ma non accadde nulla,. L’area avvelenata è ancora avvelenata, nessuna bonifica.
Questo sarà il ritratto dell’Abruzzo, domani. Purtroppo, questa è l’immagine dell’Abruzzo, oggi. Tra un pesce al mercurio e una distesa di veleni “tombati” sotto ponti e ferrovie, a due passi da case, scuole, ospedali.
Da accapponare la pelle.



28 Novembre 2016

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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