“Fabrizia fai di noi costruttori di pace”


Sulmona – “Dal cielo cara Fabrizia, con il tuo sorriso, la tua giovialita’, la tua leggerezza e le tue preghiere dona e conforto ai tuoi cari. Da lassu’ guarda ai giovani della nostra terra e del mondo intero, prega perche’ i giovani capiscano quanto e’ prezioso il dono della vita che va difeso e custodito e perche’ ognuno di noi sia ambasciatore e costruttore di un mondo di pace. Amen”. Monsignor Angelo Spina, vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, ha concluso cosi’ la sua omelia nella cattedrale di San Panfilo dove si stanno celebrano in forma solenne i funerali di Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne morta con altre 11 persone nell’attentato di una settimana fa a Berlino. Alle esequie assistono il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ed numerose altre autorita’. In chiesa non sono state ammesse telecamere, ne i fotografi; l’altoparlante diffonde all’esterno, in una piazza gremita, le orazioni del rito funebre.

Il vescovo ha parlato di “folle gesto”, riferendosi all’attentato di Berlino, “la nostra ragione si ferma, resta smarrita di fronte al mistero della morte. Anche noi oggi siamo qui a piangere la nostra sorella e amica Fabrizia, nel dolore il pianto ci ricorda che siamo figli adottivi di Dio e fratelli di Gesu’”. Fabrizia “all’improvviso, in modo tragico, ci ha lasciati, il suo sorriso rimarra’ sempre con noi”. Una giovane donna “che amava la vita con grandi ideali e forti valori, come tanti giovani ha dovuto lasciare questa terra per trovare lavoro altrove perche’ questa nostra amata terra non riesce a dare speranza alle nuove generazioni che cercano lavoro e la dignita’ della persona umana. Noi piangiamo ma diciamo grazie Signore perche’ ce l’hai donata. La sua breve esistenza nella semplicita’, nell’umilta’, nella purezza di cuore e’ l’invito a noi ad essere miti ed operatori di pace. Lei e’ una stella che brilla, e con la sua vita tragicamente spezzata dice a tutta l’umanita’ che la violenza e’ una profanazione nel nome di Dio, solo la pace e’ santa, la compassione e la non violenza indicano la via della vita contro ogni paura e contro ogni forma di terrorismo. L’ultima parola non e’ della morte ma della vita”. In una delle invocazioni al Signore seguite all’omelia anche quella dove e’ detto “noi non comprendiamo le ragioni di questa morte, ma preghiamo”. (Fonte agenzia AGI)


26 Dicembre 2016

Categoria : Cronaca
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