Differenziata, L’Aquila ultima in Abruzzo


L’Aquila – Esistono delle “maledizioni” (se così le vogliamo definire con un modo di dire popolare) e una di queste sicuramente riguarda i rifiuti e tutto ciò che sta loro intorno, sopra, sotto e di dietro. Esiste, ma solo per L’Aquila, e i dati resi noti oggi lo confermano: in Abruzzo al primo posto si trova Teramo (differenziata al di sopra del 30%), all’ultimo L’Aquila. A prescindere dal terremoto, che non potrà ancora a lungo essere un ripostiglio nel quale accumulare le presunte cause di tutto ciò che non va. Per i rifiuti, niente terremoto: i dati resi noti riguardano il 2008 e il 2009, con una generale tendenza al miglioramento. Sì, ma nel resto dell’Abruzzo, non in provincia dell’Aquila. Siamo gli ultimi e ci resteremo, perchè dopo i arrivato il 6 aprile e una sequenza spaventosa di guai e problemi, primi dei quali quelli relativi alle macerie. E’ un altro discorso, benchè anche nella faccenda macerie si stiano dimostrando lentezza, inerzia, inettitudine. L’odore dei soldi? Forse. Delle macerie parleremo nei mesi futuri, perchè il problema è immenso e comunque esula dall’argomento rifiuti.
Per il pattume vero e proprio, L’Aquila ha scritto una delle pagine peggiori della sua storia recente: e ce ne vuole, dateci retta… Il problema si trascina da oltre 10 anni, da quando si favoleggiava di Monte Manicola presso Paganica, dalle campagne elettorali contro e a favore del sindaco Centi, dalle “rivolte” pilotate come rimorchiatori per trascinarsi appresso guai politici, dalle mancate scelte, dall’affare d’oro (per chi?) dell’impianto trattamento rifiuti, dai costi sopportati dai cittadini per il conferimento dei rifiuti prima a Lanciano e poi altrove: sempre a caro prezzo per la gente, sempre senza conseguenze per politici responsabili di pasticci, non-decisioni, ritardi, rinvii, diatribe vergognose, scontri, campagne elettorali. Uno solo è il filo conduttore di questa storia da arrossire solo a ricordarla: il non fare, il non risolvere il problema, il tralasciare, il pasticciare per uscirne vincitori, nell’assoluto disinteresse per la città. E dire che si parlava si raccolta differenziata, nel momento stesso in cui i rifiuti venivano raccolti da putescenti e luride “campane” colorate, nelle quali la brava gente aveva obbediente differeziato, per essere impudentemente mescolati già nel cassone del mezzo di raccolta. Questa è la sintesi della storia del problema rifiuti, uno dei più grandi tra quelli mai risolti, in una città che ha saputo negli anni solo caricarsi di svergognate incompiute multimilionarie. Finite come la metropolitana di superficie. Ecco perchè in Abruzzo siamo gli ultimi. Ma dovremme forse esserlo a livello nazionale: come nocività della classe dirigente. (Nella foto rifiuti a Ofena tre giorni fa)


12 Febbraio 2010

Categoria : Cronaca
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