Inchiesta appalti d’oro: sospetti a L’Aquila, procuratore Rossini chiede le carte a Firenze


L’Aquila – C’è qualcosa di poco chiaro nella vicenda di Firenze, per quanto riguarda alcuni lavori nella ricostruzione dell’Aquila. Lo conferma il quotidiano torinese La Stampa con il giornalista Ruoloto, mettendo a nudo alcune intercettazioni. Del resto, già nei giorni scorsi a molti era parso ovvio collegare quanto avvenuto a Firenze (cominciando dai sorrisini notturni di corvi e avvoltoi) con gli enormi interessi in ballo a L’Aquila e dintorni. In particolare non sarebbe affatto vero, come è stato solennemente proclamato, che neppure un soldo sarebbe stato destinato ai dubbi personaggi che si muovono nell’inchiesta, tanto che la Procura dell’Aquila avrebbe chiesto documenti per valutare la situazione e verificare eventuali collegamenti con “il più grande cantiere d’Europa”. Lo ha confermato oggi il procuratore Rossini, aggiungendo solo: “C’è tanto da lavorare”. Francesco De Vito Piscicelli, ma forse non solo lui, sarebbe riuscito èer vie traverse ad ottenere lavori per la ricostruzione aquilana, mentre si parla oggi della BTP che farebbe parte del ”Consorzio Federico II”. Tutto da chiarire e verificare, ed è quello che intende fare il capo della Procura Rossini.
Viene riferito oggi che ci sarebbero appalti per 12 milioni nel cratere aquilano sui quali occorre condurre approfondimenti, cosa che del resto starebbero facendo i carabinieri del Ros.
“Il parlamentare Denis Verdini – sostiene il giornale online Primadanoi.it – invece, avrebbe «sponsorizzato» la Btp del suo amico di vecchia data Riccardo Fusi «affinché – si legge nelle carte dell’inchiesta – vengano assegnati i lavori di ricostruzione al consorzio Federico II», composto dalla Btp e da tre imprese aquilane”.
Per arrivare ad ottenere incarichi e conseguenti succosi benefici economici, ci si sarebbe serviti di potenti “maniglie” politiche che porterebbero alla Regione Abruzzo, dettaglio questo sul quale sono in atto accertamenti. Si ha la sensazione che già dai primi momenti dell’inchiesta di Firenze più d’uno, in Abruzzo, abbia provato preoccupazione e imbarazzi. Che salirebbero alle stelle, visto il periodo pre-elettorale, se i Ros dovessero scoprire qualche sveltina e qualche connivenza di vertice.
In quanto pubblica La Stampa, si legge chiaramente il nome del presidente Gianni Chiodi. Siamo in una fase preliminare delle indagini e occorre andarci cauti. Ma nomi e cognomi sono lì, nelle intercettazioni.
E non sarà solo un caso che il sindaco dell’Aquila, Cialente, si sbracci da ieri a premere per una banca dati su tutte le imprese, grandi e piccole, e su ogni lavoro, grande e piccolo, in modo che tutto sia chiaro e che si sappia tutto di tutti coloro che formicolano avanti e indietro nell’immenso cratere aquilano. Oggi il sindaco Cialente ha dichiarato che andrà da Rossini, che è in contatto con il prefetto e con le forze dell’ordine.
Sicuramente tutti in buona fede, per carità e fino a prova contraria. Ma che fervore proprio dopo le clamorose notizie dalla Procura di Firenze. Che fervore ardente e preoccupato. Dopo quasi 11 mesi, tutti gridano al candore e alla trasparenza. Eppure, cè’ stato tanto tempo per imporla, verificarla, sondarla fin nei precordi. Poi scoppia la bomba Bertolaso e compagni, e i picchi di attenzione vanno alle stelle: sembrano quelli del radon di Giuliani prima del terremoto…


17 Febbraio 2010

Categoria : Cronaca
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