La protesta torna in centro con le chiavi


L’Aquila – Ancora un’irruzione pacifica, ma accorata, nel cuore chiuso della città, nella zona rossa invasa da immondizie, rifiuti, ma soprattutto montagne di macerie. L’hanno portata a compimento centinaia di cittadini dei comitati e dei movimenti spontanei che organizzano la proteste e tornano a gridare che gli aquilani rivogliono la città. Il motivo dominante è uno solo: una città senza il suo centro non esiste. E’ quasi un anno che la zona rossa resta una macchia sulle mappe, una macchia vermiglia che traccia i confini tra ciò che sta tornando ad essere, e ciò che non torna. L’Aquila deborda in campagna, nei nuovi quartieri appena costruiti ormai tutti abitati da migliaia di persone, circa 15.000. Quartieri in cui la gente si sta abituando a vivere come in un altrove. Quartieri, peraltro in qualche caso già degradati e non finiti nell’arredo urbano, in cui i bambini cominciano a dimenticare la città. E’ questo che la gente non vuole accettare, questa perdita che pare irreversibile e già sta compiendo il primo compleanno. Questa mattina con la gente c’erano la presidente Pezzopane e il sindaco Cialente, che ha chiesto di non essere lasciato solo ed ha urlato alla gente: “Siete voi che dovete stare con me, aiutarmi, non lasciarmi solo”. Presenti anche altri politici e rappresentanti di istituzioni e partiti. Migliaia di chiavi sono state appese alle transenne del centro, come simbolico appello perch’ siano restituite alla gente appunto la chiavi della città.
“Non e’ possibile trattare 4 milioni di tonnellate con la normativa dei rifiuti solidi urbani: e’ una follia. Di questo problema non puo’ farsene carico il sindaco, il governo deve darci una mano. Ne ho gia’ parlato a Chiodi, stiamo ragionando ma e’ necessario che il governo, il parlamento, qualcuno intervenga”. Per Cialente serve l’aiuto di “organi preposti al controllo del territorio, il corpo forestale” fino anche all’”esercito” perche’ “senza togliere le macerie non si puo’ neppure pensare di ricostruire”. A cio’ si aggiunge, sottolinea Cialente, il fatto che “non si sta facendo nulla per il rilancio produttivo e la gente e’ disperata. Il Comune non ha avuto ancora i rimborsi dei mancati tributi e rischiamo il dissesto”. Nuovo appuntamento per un’altra manifestazione domenica prossima, sempre nel centro della citta’.
Stefania Pezzopane che ha appeso una chiave ai Quattro cantoni, proprio sotto le finestre del Palazzo della Biblioteca, dove fino al 6 aprile si trovavano gli uffici della Presidenza della Provincia. ”Bisogna cambiare registro, accelerando i tempi della ricostruzione, a cominciare dal centro storico – sottolinea Pezzopane – Ci sono stati troppi passaggi burocratici. Se i fondi fossero stati assegnati direttamente agli enti pubblici e non prima al commissario delegato, che poi li ha girati a sua volta al provveditorato delle Opere Pubbliche, almeno la ricostruzione degli edifici pubblici sarebbe potuta partire celermente, dando un segnale di concretezza”.


21 Febbraio 2010

Categoria : Cronaca
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