Bussi e Piano d’Orta, bocciata Edison


WWF: 30 giorni di tempo per presentare nuovi progetti di vera bonifica -

Legambiente e Wwf hanno partecipato – dice una loro nota – all’incontro odierno del tavolo tecnico che si è tenuto a Roma presso il Ministero dell’Ambiente sul tema della bonifica della Tremonti e dell’area di Piano d’Orta. Durante i lavori sono stati presentati i risultati delle ultime azioni di monitoraggio ed analisi e si è attenzionata la proposta di azione di Edison.

Per quanto riguarda Piano d’Orta, anche alla luce dei nuovi risultati, si è palesata la necessità di ampliare l’area del sito da bonificare ed il Ministero ha investito l’Arta, la Regione ed il Comune di Bolognano di effettuare un nuovo sopralluogo entro i prossimi 15gg per le opportune verifiche fuori e dentro l’area interessata. Centrale resta la necessità di rivedere tutta la classificazione dei materiali al fine di definire la corretta gestione dei flussi a seconda della presenza o meno di rifiuti e della loro natura, entro 30gg. Di immediata applicazione sono, invece, le misure di prevenzione al fine di contenere la contaminazione, come la rimozione dei rifiuti superficiali presenti (come l’amianto) e l’emungimento delle acque sotterrane, dato che i rilievi hanno evidenziato valori fuori limite; mentre si resta fortemente critici sull’azione di “Messa in sicurezza permanente” con un pacchetto di impermeabilizzazione che non convince, anche alla luce della necessità avanzata dal Ministero di rivedere la classificazione dei materiali, quale elemento cardine per definire una corretta azione di bonifica. Resta, anche, il tema del riposizionamento della condotta irrigua, non di facile definizione vista la contaminazione dei luoghi anche fuori l’area del sito.

Sulla Tremonti che poggia nell’area più complessa dal punto di vista geologico ed idrogeologico, le indagini integrative condotte da Edison in contraddittorio con l’Arta (non ancora completate), propedeutiche alla definizione di un quadro di azione, erano volte a verificare anche la tenuta idraulica del palancolato e la presenza di strutture antropiche di contenimento. Dallo studio emerge che non ci sono anomalie o strutture antropiche (come cemento) di contenimento dei rifiuti depositati (che sono quindi liberi) e dalla prova di tracciato (ancora in corso) non emergerebbero fuoriuscite. Inoltre, i campionamenti effettuati darebbero tutti vita ad una classificazione come rifiuti speciali non pericolosi. Da qui la proposta di intervento che consiste nel completrare il palancolato esistente con messa in sicurezza della parte nord e trattamento in situ della sorgente di contaminazione, oltre a misure di prevenzione come i filtri a carbone attivo x emissioni da discarica. Resta preoccupante la presenza del travertino sotto la discarica con punti di vicinanza di meno di un metro e la presenza dei clorurati che subiscono una migrazione.

“Il tavolo non ha ritenuto valide le proposte – dichiarano le associazioni – e sono emerse discordanze con le analisi precedenti che non convincono ai fini delle azioni da sviluppare. In attesa che l’Arta chiuda rapidamente il contraddittorio su queste ultime analisi, è necessario ragionare innanzitutto sulla rimozione di tutti i rifiuti presenti. Da qui la proposta, a nostro avviso positiva, di sdoppiare l’azione in due sotto-progetti da presentare entro 30 giorni, così divisi: rimozione dei rifiuti ed intervento sulla sorgente inquinata. Le opere di contenimento non sono percorribili anche per evitare di incorrerre su future infrazioni.”


31 Ottobre 2017

Categoria : Cronaca
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