Santa Maria del Piano, scrigno d’arte e di misteri a Loreto Aprutino


Santa Maria in PianoUna romantica passeggiata nel centro medievale di Loreto Aprutino conduce fuori dall’abbraccio generoso del borgo per raggiungere la Chiesa di Santa Maria del Piano, custode da secoli di un capolavoro d’arte molto apprezzato e ancora oggi al centro di una fitta rete di misteri e questioni irrisolte.

Storia e architettura esterna
Sorta su un’antica necropoli, la chiesa molto probabilmente deve il suo nome a quello del preesistente tempio intitolato al “Pio Grano” che, nel tempo fu storpiato diventando “in piano”.
Nulla è rimasto della costruzione originaria, mentre restano evidenti i segni del passaggio del tempo dal 1280, anno a cui risale l’attuale edificio, ad oggi: infatti, rimaneggiamenti e ristrutturazioni ci hanno consegnato un edificio piuttosto diverso rispetto alla prima versione medievale.
La chiesa presenta una struttura articolata, composta da una navata centrale con quattro archi che suddividono l’ambiente in cinque unità dove sono collocate altrettante cappelle laterali, nelle quali si possono ammirare splendidi affreschi raffiguranti storie di Santi o episodi della vita di Gesù.
Alcune modifiche furono apportate nel XVI secolo dall’abate Umbriani, il quale era sicuro che le sue spoglie avrebbero trovato riposo all’interno dell’edificio sacro. L’abside originale fu sostituita con una di forma poligonale e la facciata esterna fu ornata con un porticato finestrato che introduce al portale di ingresso della basilica. Inoltre, è ancora oggi visibile una iscrizione con il nome dell’abate e la data di fine lavori, il 1560, posta sull’ingresso laterale destro della chiesa mentre, al centro dell’edificio troneggia la lapide, sebbene priva di relativo sepolcro, con lo stemma della famiglia Umbriani.

Gli affreschi interni: il Giudizio Universale di Loreto Aprutino
Internamente sono conservati splendidi affreschi, tra cui quello comunemente indicato come Giudizio Universale, oggetto di controverse interpretazioni che ancora oggi animano le dispute tra i critici dell’arte.
L’opera, realizzata su una preesistente raffigurazione di cui non sono rimaste tracce, è da anni al centro di una discussione su ciò che essa realmente rappresenti: un giudizio finale o un giudizio particolare? L’affresco è diviso in tre registri, di cui in quello inferiore è dipinta la “Porta del Paradiso” sorvegliata da San Pietro, a cui possono accedere solo coloro che hanno superato indenni il “Ponte del Capello” sul fiume del Purgatorio. Il ponte, a sua volta, può essere attraversato senza difficoltà solo da coloro la cui anima sia stata giudicata “leggera” dalla bilancia di San Michele.
Nel registro superiore è raffigurata la Etimasia, ovvero l’adorazione da parte di San Francesco, San Domenico e Sant’Agostino del trono vuoto su cui si possono individuare tutti i simboli della Passione di Gesù, mentre ai lati ridividono due schiere dei beati.
In cima si vede Gesù seduto su un trono e avvolto da un ovale di luce, ai cui lati si individuano la Madonna e San Giovanni Battista in preghiera.
La realizzazione di questo splendido affresco è stata recentemente datata intorno agli anni ’20 del XV secolo, ma restano ancora molti dubbi sulla paternità dell’opera.
Una corrente di idee ritiene che esistano delle corrispondenze con gli affreschi realizzati nella Chiesa di Santa Maria della Rocca ad Offida nelle Marche e per questo sostiene che il Maestro di Affida, a cui questi ultimi sono stati attribuiti, sia anche stato il direttore dei lavori della chiesa di Loreto. Recentemente è però emersa l’ipotesi dell’esistenza di un Maestro del Giudizio di Loreto Aprutino, di cui però sono ancora incerte le attribuzioni artistiche.
Ciò che affascina di questo splendido affresco è l’evidente presenza di elementi della cultura islamica, come il “Ponte del capello”, appartenente alla tradizione persiana o il Giardino delle delizie” che rappresenta il Paradiso e la cui descrizione è presente anche in alcuni brani del Corano. Una convivenza di tradizione islamica e cristiana affascinante e ricca di suggestioni e che racconta il sogno di pacifica convivenza di due culture da sempre ingiustificatamente contrapposte.

Maria Orlandi


26 Febbraio 2010

Categoria : Turismo
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