Lettere – Perdonanza, sicuri che si risolva tutto con l’UNESCO?


L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Il 29 settembre del 1294 Celestino V, diventato Papa da un mese, emanò la Bolla pontificia con la quale si disponeva la concessione dell’indulgenza per chiunque, a condizione che per i peccati commessi oltre che la confessione ci fosse il sincero pentimento. Da allora ogni 28 di agosto per tre giorni a L’Aquila si affollavano fedeli provenienti da ogni dove e ovviamente la città si animava per quel tacito connubio che da sempre ha unito il sacro con manifestazioni di natura più “terrena” come arrivo di mercanti ed altro. All’epoca, come molti presumo sappiano, non c’erano treni, autobus turistici, carrozze. Tutti a piedi e i più fortunati, pochi, a dorso di mulo. Niente telefono, internet, banda larga e neppure stretta e fortunatamente niente TV, sia pubblica che padronale (ora solo asservita a chi ha i soldi e comanda) Ma la gente continuava ad arrivare malgrado alti e bassi dovuti a pestilenze, guerre, carestie, terremoti. Chiaramente in Italia e nel mondo intero di fedeli, credenti o meno, ce ne sono milioni e vanno dovunque anche senza patrocini. Ci sono paesi nei quali ogni giorno, per 365 l’anno arrivano da ogni dove per visitare una chiesa, pregare davanti ad una reliquia, magari toccare “qualcosa” di sacro. A L’Aquila tutto ciò è sempre stato problematico, anche prima del terremoto e salvo un breve arco di tempo. E da un bel po di tempo si sente fino alla noia il ritornello della richiesta di benedizione, pardon, di patrocinio dell’UNESCO. Se mi è consentito un paio di consigli. Il primo è di fare in modo che la città, terremoto o non terremoto sia vivibile per chi ci abita (vivere è altro ed è profondamente diverso), senza limitarsi a dare una lucidata solo dove passano le sfilate, dove si accalca un po di gente, dove si realizza lo spettacolo ma dovunque e non credo serva aggiungere altro se non invitare qualcuno a vedere quel che la gente vede dalla mattina alla sera. Il secondo consiglio è di individuare a L’Aquila le persone adatte, sia a livello tecnico che culturale, e ce ne sono, per far si che anche la cosa più naturale di questo mondo non continui a sembrare un problema irrisolvibile senza spendere un patrimonio.


14 Dicembre 2017

Categoria : Dai Lettori
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