WWF-ProNatura: depuratore nel parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, necessaria conferenza servizi


L’Aquila – (F.C.). “Si convochi una conferenza di servizi per ridurre gli impatti ambientali del depuratore a servizio di Opi e Pescasseroli senza rallentarne la realizzazione”. Wwf e ProNatura hanno scritto al Parco d’Abruzzo Lazio e Molise e ai due Comuni interessati intervenendo sull’opera per la quale l’iter di approvazione e’ concluso e i lavori sono in fase di avvio. E’ indiscutibile – sottolineano in primo luogo le associazioni – come sia sicuramente prioritario risolvere le problematiche di inquinamento ambientale dovuto al trattamento dei reflui di Pescasseroli e Opi. Appare infatti del tutto inaccettabile che sia classificato come “scarso” il tratto del fiume Sangro che scorre nel Parco, un’area protetta dove, data la rilevanza ambientale degli ecosistemi, le azioni di gestione e di tutela dovrebbero garantire ben altri risultati. Wwf e ProNatura ricordano che l’estate scorsa si e’ dovuto assistere a una situazione al limite della sostenibilita’ ambientale e sociale, anche per il risalto che la stessa ha avuto sui media, non rappresentando un efficace biglietto da visita per il Parco stesso. Senza neppure dimenticare che l’Abruzzo e’ in procedura di infrazione comunitaria per il mancato raggiungimento degli obiettivi di qualita’ delle acque fissati dalla Direttiva 2000/60/CE. L’adeguamento o la realizzazione del nuovo impianto di depurazione Pescasseroli-Opi e’, dunque, urgente e non prorogabile – ribadiscono -, visto che gli impianti attuali, per limiti tecnologici e strutturali, non sono sufficienti, soprattutto nei mesi estivi. L’attuale progetto prevede la realizzazione di un’unica struttura a servizio dei due Comuni, ubicata in un’area pressoche’ pianeggiante nel comune di Pescasseroli, in localita’ “Peschiera”, con sversamento delle acque trattate nel fiume Sangro. Certamente un miglioramento rispetto alla prima ipotesi che prevedeva il depuratore in localita’ Colle della Regina. Non si puo’ tuttavia non considerare – si legge in una nota delle due associazioni – il contesto nel quale l’opera andra’ a inserirsi: l’area di intervento ricade infatti all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo (Sic e Zps) e nell’area 119 del Programma IBA (Important Birds Area), ovvero un territorio considerato habitat rilevante per la conservazione delle popolazioni di uccelli. Il progetto comporta sicuramente un impatto ambientale rilevante, visto che prevede scavi, attraversamenti in alveo e su costone roccioso, all’interno di una unita’ ambientale unica nell’Appennino centrale. A cio’ si assomma anche un danno paesaggistico, in un’area come quella della piana di Opi, dalla forte immagine identitaria del paesaggio del Parco. WWF e ProNatura si chiedono pertanto “se soluzioni alternative sull’ubicazione dell’impianto siano state prese seriamente in considerazione, al fine di limitare tali impatti e per quali motivazioni siano state eventualmente scartate”. Le due associazioni hanno chiesto all’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise “di farsi attore di una revisione del progetto, facendosi promotore di una conferenza di servizi che possa rivedere l’ubicazione dell’impianto in modo da limitare la lunghezza dei connettori e degli scavi, su terra e in alveo, per ridurre i potenziali impatti derivanti dall’interferenza con la falda acquifera superficiale e sotterranea, nonche’ individuare un’area che limiti in modo piu’ rilevante l’impatto paesaggistico sulla pregiata piana di Opi, senza che la modifica di progetto comporti insostenibili ritardi per la realizzazione dell’impianto e/o costi e penali a carico degli Enti interessati”.


06 Gennaio 2018

Categoria : Cronaca
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