Fàtecela rivedere viva: malata, ma viva


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – UN GIORNO QUALSIASI – Primum, vivere. Il cronista decide di vivere un giorno qualsiasi in città, come lo vivono migliaia di aquilani e non aquilani che si trovano qui per i loro motivi. Arrivo la mattina alle 8,30 dall’autostrada A-24. Poco traffico verso il centro, uscita agevole al casello Est. I problemi si ergono, come ogni mattina, sulla tangenziale di Bazzano: 20 minuti semplicemente per uscire sulla ss.17 e proseguire verso San Gregorio. Traffico ininterrotto, lento, affannato. Nessun vigile agli incroci, nessuna pattuglia, nessuno che dia una mano a sciogliere i nodi di veicoli a Bazzano, al bivio per la Mausonia, al bivio per Paganica. Tornare indietro mezz’ora più tardi significa replicare la stessa situazione. Avanti lungo la 17 fino al bivio per Rocca di Mezzo, circolazione fluida: Porta Napoli è chiusa in salita.

TUNNEL BUIO, SPORCO – Obbligatorio il circuito di Collemaggio, il tunnel (buio, sporco, ammorbato da aria irrespirabile: non ci sono ventilatori). Parcheggio difficile alla Villa Comunale. Passeggiata in centro nella tristezza più totale, pochissimi pedoni, volti spenti. Flora maceriale che spunta ai primi sussulti della primavera, precoce per le erbacce. Bar Nunzia con pochi avventori. Viavai dalle banche aperte. Per arrivare a Coppito, bisogna raggiungere viale Croce Rossa, e non è facile.

SERPENTONE PERENNE – Un serpentone di auto percorre viale Croce Rossa, densissimo e lentissimo in salita. La rotatoria all’incrocio del Torrione è operativa, ma non completata: mesi e mesi di lavori, plastica bianca e rossa, fondo stradale pessimo. Neppure lì una pattuglia che dia un’occhiata al traffico, inselvatichito dall’assoluta assenza di segnaletica orizzontale. La baraccopoli lungo viale Croce Rossa è semideserta, lì si vive un po’ solo la sera e il sabato sera. Parcheggi selvaggi ovunque, via Pescara verso via Castello è occupata da doppia fila di veicoli in sosta, eppure è a doppio senso. Un problema percorrerla verso via Castello. Nemmeno l’ombra di vigili. Ognuno fa ciò che gli riesce di fare.

PARCO DESOLATO – Una puntatina al parco del Castello, ridotto come un campo di concentramento dopo la fuga dei prigionieri. Un luogo di sfascio e abbandono, rifiuti, rottami, panchine, lampioni e tabelle abbattuti, asfalto sporco. Un luogo, appunto, abbandonato: eppure qualcuno passeggia in solitudine, nel silenzio, guardando con dolore la facciata smozzicata del Castello che fu orgogliosa fortezza: che parola inadeguata. Fortezza… Il Gran Sasso bianco di neve fa da sfondo, come quando era bello farsi il “giro del Castello” tre o quattro volte, di corsa. O tanti anni prima, con la Luna e gli occhi ridenti di una bella compagna di quiete e sogni.

RICORDI IRREALI – Ricordi che oggi sembrano impossibili: possibile che da allora tutto questo fosse già scritto e nel divenire degli eventi? Chi sa. Oggi è avvenuto. Il tempo contiene ieri, oggi, domani. Oppure tutto è davvero entropia, incontenibile tendenza al disordine, al degrado, al caos primario. Forse è così non solo nell’Universo, ma anche nelle nostre piccole realtà.
La “passeggiata” finisce a Coppito. Per arrivarci, c’è voluta – incredibile – quasi un’ora, tutta in auto, tutta nell’ingorgo, solo qualche minuto per un caffè in una baracchetta di legno minimale e fessurata, con accanto un’altra baracchetta ancora più striminzita, che contiene un videogioco. Uno solo.

MALATA MA VIVA – Fatecela rivivere, questa città: malata, ma viva. Possibile che in tanto tempo e tanti chilometri da una new town all’altra, non si sia visto un uomo in divisa che si occupi del traffico? Possibile che nessuno dei lavori per la viabilità, tanto strombazzati a gran voce, sia terminato? Solo la rotatoria dell’ospedale è parzialmente – badate, parzialmente – completata. Per il G8 fu fatto tutto, subito, bene, velocità del fulmine. Offensivo. A Obama e compagni volevano mostrare che tutto era fremente di vitalità. Lo sporco spazzato sotto il tappeto. Partiti i Grandi, ecco cosa ci resta: un nome nell’elenco delle catastrofi tra 2009 e 2010. Non sarà permesso. A furor di popolo.
(Nelle foto: Il serpentone permanente su viale Croce Rossa, e le condizioni in cui si trova il parco del Castello)


03 Marzo 2010

Categoria : Cronaca
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