Il Gran Sasso è commovente


Può una montagna, che è solo una gigantesca corrugazione della crosta terrestre, diventare commovente? Se è il Gran Sasso aquilano, decisamente sì. Siamo a marzo, e ancora si parla di rinvio sine die dell’apertura a degli impianti nella toccante speranza di una stagione sciistica. Nessuno era mai riuscito nell’impresa deleteria di annullare una stagione bianca. Gli attuali reggitori della cosa pubblica ce l’hanno fatta. A suo modo, anche questo è un primato. Ma commuove, invece di suscitare rabbia.
Il tempo è qualcosa di inalterabile, se non vai alla velocità della luce. I nostri reggitori sono riusciti a tagliare un anno, come un ramo secco. Hanno violato le leggi della fisica ed Einstein. Via un pezzo di tempo, e si va avanti. Come se ci fossimo mossi appunto alla velocità della luce. E se gli orologi si fossero fermati. In verità, ci siamo mossi e ci muoviamo alla velocità… del buio.
Facciamo finta di nulla, e asciughiamo le lacrime della commozione. L’anno perso è azzerato. Povero, vecchio e caro Gran Sasso.

PENSIERINO – Hanno potenziato l’organico del genio civile per sveltire le scartoffie della ricostruzione. Se il problema era solo questo, dovevano accorgersene pochi giorni prima delle elezioni? Che pena.



02 Marzo 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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