Tasse arretrate, dall’Abruzzo appello a Mattarella


L’Aquila – Finalmente oggi anche i telegiornali nazionali parlano delle tasse arretrate da pagare che stanno piovendo (per decine e decine di milioni) sull’area terremotata aquilana.
L’argomento è stato messo a fuoco in numerose interviste.
Arriva dall’Abruzzo un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – scrive l’AGI – sulle conseguenze che il pagamento delle tasse, sospeso dopo il terremoto del 2009, avrebbe sulle imprese e cittadini dell’Aquila e dei comuni del ‘cratere’ sismico. Nel nono anniversario del terremoto “una nuova micidiale minaccia incombe sulla nostra comunita’ e, se non si interviene in tempi ristrettissimi, le conseguenze saranno devastanti”, avvertono, in una lettera inviata al Capo dello Stato, il vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e il coordinatore dei primi cittadini del cratere, Francesco Di Paolo. Ora circa 320 aziende e persone fisiche sono chiamate a restituire in breve tempo 75 milioni di euro. “Molte imprese non hanno queste risorse e quindi falliranno, altre passeranno a un Durc negativo e non potranno piu’ partecipare a bandi pubblici, per tutte si creera’ un drammatico problema di bilancio e si perderanno molte centinaia di posti di lavoro”.
“Ci siamo trovati nella condizione di doverci difendere”, sintetizzano vicepresidente e sindaci del cratere. “Lo abbiamo fatto ricorrendo tutti insieme – Regione, Comuni e Imprese – al Tribunale Amministrativo Regionale augurandoci che nei prossimi giorni arrivi una sospensiva. E lo faremo ricorrendo alle forme di protesta civile e democratica che purtroppo in casi di questo genere sono inevitabili”.
“Nell’aprile 2009 il governo sospese tasse, tributi e contributi nei Comuni del cratere sismico come era avvenuto per tutte le precedenti calamita’”, ricordano i firmatari della lettera al presidente della Repubblica. “Attraverso un iter complesso e accidentato, nel quale siamo stati costretti piu’ volte a far sentire la nostra voce di protesta, abbiamo ottenuto una sospensione di 18 mesi del pagamento e un recupero di quanto non versato con 10 anni di rateizzazione e un abbattimento del 60%. Anche questo analogamente a quanto accaduto nei precedenti casi, con un regolare provvedimento di legge del 2011″.
“Dal 1 gennaio 2012, dunque, i contribuenti aquilani hanno ripreso a pagare le tasse maggiorate della quota del periodo sospeso”, si legge nella lettera-appello a Mattarella. “Successivamente, per una casuale iniziativa di un giudice piemontese, la Corte di giustizia e la Commissione europea hanno ‘scoperto’ che i governi italiani, per dieci diverse calamita’ avevano concesso vantaggi fiscali a imprese senza mai notificare l’intervento alla Commissione europea e senza rispettare i regolamenti comunitari. Da quel momento e’ partita una interlocuzione tra la Commissione e i governi italiani che si e’ protratta negli anni coinvolgendo 4 governi nazionali”.


12 Aprile 2018

Categoria : Politica
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