Arriva il decreto per la ricostruzione, ma 11 mesi restano ugualmente perduti


L’Aquila – Il commissario lo firma oggi, e domani lo illustrerà alla scuola della Finanza di Coppito in una conferenza stampa. E’ l’atto determinante per un vero avvio della ricostruzione post-sisma a L’Aquila e in 56 altri comuni danneggiati il 6 aprile, quelli dekl cosiddetto cratere. Il presidente-commissario Gianni Chiodi stga rivedendo gli ultimi dettagli, la firma entro la giornata di oggi salvo improbabili complicazioni o intoppi. Il decreto contiene le linee generali per poter cominciare a rimettere in piedi ciò che è distrutto o danneggiato, fissa i criteri, detta regole, appoggia i comuni (specie i più piccoli, ma non è certo che L’Aquila non ne abbia gran bisogno…), decide abbattimenti e demolizioni. Insomma, una sorta di decalogo entro il quale muoversi, agire correttamente, sveltire tempi e modalità. Certo prima di parlare di ricostruzione, bisogna togliere di mezzo le macerie, che sono secondo una stima da qualcuno contestata 4,5 milioni di tonnellate. Problemi sono sorti sui siti, due dei quali sono risultati inadatti. Se ne cercano altri sui quali dovrà però esserci una valutazione: quindi indicarne non vuol dire azzeccare. Un lavoro che doveva essere fatto prima, magari comune per comune, e che invece è ancora lontano dalla conclusione. Resta inspiegabile perchè al Comune di Pizzoli che offriva ipotesi di soluzione e collocazione di macerie, si sia risposto no, oppure per niente: gelosie politiche, invidie per chi agisce più rapidamente e meglio degli altri come il sindaco Anastasio? Fatto è che siamo a 11 mesi abbondanti dal sisma e ancora si cercano i posti in cui depositare le macerie, che sono a Piazza d’Armi, e altrove, ma soprattutto in centro e contro le quali combattono la loro battaglia di civiltà e di orgoglio i manifestanti del “popolo delle carriole”.
Torneranno a protestare domenica e vogliono ripulire piazza Palazzo (almeno) entro il 6 aprile: sotto il naso del sindaco e di un palazzo comunale che di tempo ne hanno davvero perso tanto, troppo, almeno per alcuni adempimenti: Macerie, siti commerciali per gli ambulanti, pagamenti di quanto dovuto, opere stradali cominciate e non finite, oppure neanche cominciate come lo svincolo Quaianni. E allora, la protesta assomma tutti i malumori, la rabbia, l’insoddisfazione di una zona martoriata che ha visto produrre risultati significativi solo da Bertolaso. La palla passa al commissario Chiodi. Non sarà un lavoro facile e senza la rabbia della gente, si sarebbe perso chi sa quanto altro tempo per soddisfare frenatori, affaristi, furboni, imprese, vip dell’economia, potenti e potentati vari. Gente che non rideva la notte del 6 aprile, almeno speriamo, ma sicuramente mandava il cervello in tilt per capire come trarre vantaggi da quanto avveniva.
(Nelle foto Col: Chiodi accanto a Bertolaso a L’Aquila tre mesi fa, e le macerie ancora oggi a Piazza d’Armi)


09 Marzo 2010

Categoria : Cronaca
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