Fucino beach 27 secoli orsono


L’Aquila – (G.C.) – (Foto, il Fucino visto dalla Nasa, da Wikipedia) - Con la macchina del tempo torniamo a 27 secoli fa, decennio meno o più. Nel cuore dell’Appennino e della penisola non ancora italiana, occhieggia un grande lago dalle acque azzurre e pulite. Attorno montagne bianche di neve e una vegetazione folta e non solcata da strade e autostrade. E’ il lago Fucino, diversi secoli prima che l’imperatore Claudio lo facesse prosciugare, imitato nel tempo da altri ardimentosi. La natura doveva essere sovrana e lussureggiante in tutto quello che dopo sarebbe stato l’Abruzzo.
Attorno a quel lago, come dimostrano recenti scoperte archeologiche rivelate (a pochi) in questi giorni, poteva ben trovarsi una beach dell’epoca. Centri abitati dall’uomo dell’età del ferro. Pescatori, cacciatori. Le contrade abitate dovevano essere molte. Una necropoli ha rivisto il Sole presso il cimitero di Avezzano, per ora tre tombe a fossa, ma sicuramente molte altre. E’ impensabile un cimitero di sole tre tombe.
2700 anni fa la vita era diversa, ma era vita. Si nasceva, si strappava la vita con i denti, si moriva e si veniva seppelliti. In riva al lago azzurro e increspato dai venti.
L’Abruzzo brulicava di vita e di centri abitati, anche da secoli prima. Lo dimostrano la necropoli di Fossa a L’Aquila, e moltissimi altri siti archeologici italici, dei quali la cultura ufficiale sa poco o nulla, perché l’Abruzzo non rispetta né valorizza la propria storia. Anzi, spesso la regala ai giornali amici, ma non ne fa un patrimonio di cui inorgoglirsi prima di tutto con la conoscenza e la diffusione culturale.
Alzino la mano coloro che sanno qualcosa di un Abruzzo così remoto, eppure importante per la storia e la cultura. Abbiamo una storia che si misura a decine di secoli. Omogenea e consistente, spalmata sul territorio, arricchita in centinaia di anni successivi dalla romanità che portò dominio e prepotenza, ma anche una infinità di splendidi monumenti oggi in parte minima visibili.
Se esistessero assessorati alla cultura e al turismo di qualità, saremmo più ricchi e vivremmo meglio.
Possiamo per il momento accontentarci di immaginare l’antico lago scomparso e le sue spiagge e sponde sulle quali vissero oscuri nostri progenitori, ai quali, comunque, rendiamo omaggio.
E notiamo che le prime devastazioni del territorio, caro imperatore Claudio, portano la tua firma.


18 Novembre 2018

Categoria : Storia & Cultura
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