Terme, la piccola Marienbad ha l’affanno


Caramanico Terme – (G.C.) – Ricordi per migliaia di turisti, anche abruzzesi alle Terme solfuree divenute nel dopoguerra luogo elegante ed estivo, non solo di proficue cure. I nostri cominciano da una foto dai bordi seghettati : ritrae un bambino biondo ridente sulle spalle del padre, accanhttpsla bella madre che sorride dietro occhaoni da Sole. Quel bambino era chi scrive.
La famigliola arrivava ad agosto a Caramanico, paese di papà Corrado, dall’allora lontana Vasto. L’estate, in agosto, era quei 15 giorni dalle zie.
In tanti anni , dopo, Caramanico restò sempre il paese d’agosto. Un luogo sempre più bello e piacevole per grandi, adolescenti, giovani: tanti turisti, tante signore e signorine, feste, passeggiate, serene notti stellate. Il gelato al bar Mazzocca, l’aperitivo allo stabilimento delle Terme alla fine di un viale di platani e lauro deraso. Quel viale portava nel cuore della piccola Marienbad, che avremmo conosciuto dopo nel famoso film “L’anno scorso a Marienbad”.
Allo stabilimento capitava di imbattersi in signori in abito chiaro o giacca di lino, signore in ombrellino da Sole, ragazze figlie di famiglie in cura termale. I più ardimentosi parcheggiavano persino l’auto lungo il viale, all’ombra dei platani . L’atmosfera era spensierata e di una certa eleganza.
Intorno, c’era il magico paese di Caramanico con il suo minuscolo corso, il passeggio, qualche negozio, il suino del piano strimpellato da un’anziana nobildonna al tramonto. E l’acqua. Tanta acqua dalle cannelle dello stabilimento, solfurea, da quelle di Fonte Grande a quelle del Pisciarello nella campagna prossima all’abitato antico. Tanti arrivavano solo per bere quell’acqua dal nome chiarissimo. Di sicuro e garantito effetto.
La piccola Marienbad di quegli anni lontani, do sollievo post-bellico e di rinascita economica fino ai primi Sessanta, spuntava come un miracolo turistico, alberghi e ristoranti, pensioni e piccoli hotel di qualche pretesa.
Oggi quel luogo così emblematico per l’Abruzzo che arranca sempre nel turismo – ora anche quello termale – è in affanno. Non possiamo credere che la Regione e altri lo lascino morire di inedia. O magari di burocrazia e retroscena indecifrabili. Non possiamo crederlo, ma temerlo sì. La Terme, finora, sono chiuse e le prenotazioni disdette a migliaia.
Chi sa cosa pensa il padre di quel bambino nella foto, che riposta nel cimitero del paese. Lui che scrisse “Caramanico sotto il tallone tedesco”, oggi dovrebbe pensare ad altri talloni, che potrebbero distruggere la cittadina più di quanto fecero (poco) i tedeschi, che se ne fuggirono senza far saltare – come avevano minacciato truci – il magnifico ponte alle
porte dal paese.


12 Giugno 2019

Categoria : Attualità
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