Fiom CGIL: un territorio raggirato?


Davvero una brutta vicenda quella dei ricercatori licenziati da Intecs a
fine 2017.
-

L’Aquila – Una nota della Fiom CGIL: ” Possibile che la loro vertenza sia ancora ferma al palo, nonostante
tutto sia pronto per avviare quel percorso di recupero delle loro
professionalità di cui per mesi e mesi i vertici della Thales Alenia
Space e la Regione Abruzzo hanno discusso, con tanto di impegni e
accordi sottoscritti da loro stessi, nonché da CGIL-CISL-UIL e
FIM-FIOM-UILM?

Ma quale opinione si dovrebbero fare tutti i lavoratori in difficoltà
se, di fronte a una soluzione a portata di mano per almeno una delle
tante vertenze del territorio, continuano a esserci indugi e “tattiche”
prese di tempo? Eppure sembrerebbe che i vertici della Thales Alenia
Space di finanziamenti regionali ne abbiano di fatto già portati a casa,
pur senza aver dato seguito agli impegni presi!

E’ giusto tutto questo?

Se i finanziamenti pubblici non producono effetti positivi
sull’occupazione in un territorio così in crisi come il nostro, la
responsabilità dovrà pur essere di qualcuno!
Gli ex ricercatori Intecs un’idea se la sono fatta.
Innanzitutto c’è da riflettere sull’affidabilità dei soggetti
imprenditoriali che non mantengono fede a impegni presi in sede
istituzionale; c’è poi una responsabilità delle Istituzioni che non
impongono stringenti vincoli sulla concreta ricaduta occupazionale a
fronte dell’erogazione di finanziamenti alle imprese attraverso bandi
pubblici (cioè soldi di tutti i cittadini).

La cosa è particolarmente grave quando le imprese che percepiscono
finanziamenti sono o a partecipazione statale o comunque tali per cui
dovrebbero sentire su di sé la responsabilità di quel ruolo sociale che
anche la Costituzione, oltre che il comune sentire, attribuisce loro.

Purtroppo non è la prima volta che il nostro territorio subisce questo
tipo di mortificazione.
Rimanendo nel settore metalmeccanico, è stato così, ad esempio,
all’indomani del terremoto quando la Leonardo (allora Selex elsag)
sottoscrisse presso la Prefettura di L’Aquila l’impegno a mantenere i
livelli occupazionali; il numero dei dipendenti, invece, è
progressivamente sceso e, stando alle recenti dichiarazioni
dell’azienda, nulla lascia supporre che ci sarà una inversione di
tendenza nel prossimo futuro.

Alquanto ingenuo il distacco con il quale la Leonardo dell’Aquila parla
della difficoltà a reperire sul territorio giovani laureati con
competenze nel settore dell’elettronica.
Si fa presente, se a qualcuno fosse sfuggito, non solo che il nostro
territorio ha una vocazione nell’elettronica che viene da lontano e che
ci sono competenze consolidate immediatamente disponibili (vedi
licenziati Intecs), ma anche che, se le aziende che si occupano di
elettronica non propongono localmente percorsi occupazionali veri (che
non siano solo tesi di laurea o stage senza prospettive), è difficile
che i giovani imbocchino certi percorsi di studio. Magari, come faremmo
tutti, optano per altri indirizzi o per altri territori.
Si tratta di una semplice equazione.

Occorre che tutti coloro che decidono si mettano una mano sulla
coscienza, perché per dare una prospettiva e un futuro al nostro
territorio, aziende, Istituzioni e politica devono farsi carico delle
proprie responsabilità in modo concreto e sistematico.


24 Giugno 2019

Categoria : Attualità
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