Torna la diatriba sui crocifissi


Molti politici di oggi non hanno memoria e soprattutto non hanno cultura o conoscenze, e neppure sanno farsene eseguendo delle ricerche.
L’attuale ministro della scuola non ha di meglio da fare che scacciare i crocifissi dalle aule. Non gli piace la faccia di Mattarella, e vuole sloggiare i suoi ritratti. Pensa che i problemi si risolvano imponendo una grottesca tassa sulle merendine. Tutto sarebbe solo barzelletta se non fosse tristemente vero.
Le storie sul crocifisso nacquero a L’Aquila anni fa, grazie ad un esponente islamico di Ofena. Non voleva nella classe di suo figlio il Cristo sulla croce. Qualcuno disse: cambi scuola. Altri notarono che come in Francia i simboli religiosi non dovrebbero esserci. Stato laico o no?
Altri farfugliarono le loro, molte chiacchiere e naturalmente nessuna soluzione. Infatti, in molte scuole i crocifissi ci sono ancora.
Ora si torna a polemizzare senza costrutto. E il ministro? Anche lui farfuglia senza dire nulla di definitivo o concreto. Insomma, il problema si evita in ogni modo e con ogni scappatoia. Proprio come avvenne a L’Aquila.

PENSIERINO – Se il ministro non vuole crocefissi nelle aule, emetta un’ordinanza per vitarli. Sia coerente e determinato. O forse è chiedere troppo ad un politico, oggi come ieri?



02 Ottobre 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.