De Amicis su “disastro AMA”


L’Aquila – Alfonso De Amicis, USB L’Aquila: “Da trent’ anni, nonostante la velocità dei cambiamenti economici e sociali, i cittadini di questo Paese vedono applicate le stesse politiche; politiche che obbediscono a patti scellerati -interni ed esterni- di stabilità finanziaria. Non fanno eccezione ovviamente le aree interne abruzzesi e il territorio aquilano dove, bisogna dirlo con forza, che a tali patti solo pochi Comuni hanno opposto qualche timida resistenza pagandone tuttavia prezzi altissimi.

Lo scontro a suo tempo tra Renzi e la città di Napoli sul patto di stabilità dovrebbe ancora oggi indurre a riflessioni più critiche e profonde. Queste pressanti spinte alla liberalizzazione di ogni tipo di mercato, compreso quello del lavoro, di matrice europea e confindustriale hanno condizionato le scelte dei governi nazionali europei e di conseguenza di quelli locali. Tra queste scelte abbiamo visto avviarsi enormi processi di ristrutturazione e di privatizzazione dei servizi di pubblica utilità, ma dagli esiti fallimentari sia sul piano dell’efficienza economica che su quello della qualità del servizio offerto a favore dei cittadini. Questo modo di intendere i servizi pubblici in modo limitato anche nella città de L’Aquila, per altro in una situazione già tristemente stravolta, per quanto riguarda il trasporto pubblico, la si vuole scaricare sui lavoratori e, a effetto domino, sui cittadini limitando le corse oppure aumentando il costo del biglietto.

Il solito disastro all’italiana. A poco valgono infatti le finte litigate tra i vari schieramenti che si sono susseguiti nella gestione della municipalizzata AMA e che hanno gestito i consigli di amministrazioni in modo sempre lineare con quanto descritto sopra Il taglio avvenuto quindi sulla contrattazione decentrata incide sulle spese quotidiane dei contribuenti ed è micidiale anche nel salario differito dei circa 380 lavoratori AMA, in parole povere un taglio netto dell’assegno pensionistico da maturare.

La contrattazione decentrata dovrebbe servire invece ad adattare il lavoro in ogni singolo contesto invece, e nelle municipalizzate che si occupano di mobilità è una conditio sine qua non per adattare il trasporto pubblico alla città. La contrattazione decentrata riguarda appunto specificità locali, i nastri lavorativi, l’orario di lavoro, l’incentivo alla presenza, la riduzione dell’incidentalità e i servizi accessori come per esempio il rifornimento del carburante. Tra l’altro, per quanto riguarda quest’ultimo, ci chiediamo a chi tocca espletare l’incarico, chi deve fare il rifornimento? Si scaricano anche qui costi e lavoro sugli autisti senza riconoscimento alcuno?

Quindi un ricatto odioso nei confronti di questi lavoratori che in questi anni difficili hanno tirato su l’azienda in una situazione aggravata dagli sconvolgimenti del sisma anche sulla mobilità per l’intera comunità.
Il sindacato USB non ci sta, siamo dalla parte di lavoratori e cittadini e crediamo che questo non può più essere il momento di continuare a subire le continue politiche economiche di austerità, siamo convinti che la città de L’Aquila per rialzarsi debba invece iniziare un processo di liberazione dalle catene delle privatizzazioni e dei tagli.

Non possono essere sempre i lavoratori e i cittadini aquilani a pagare il prezzo della crisi.
Sopratutto appare oltremodo ridicola la posizione di chi dice che i lavoratori dovrebbero dividere responsabilità con i soggetti vari che viceversa hanno determinato questo sfacelo.


16 Novembre 2019

Categoria : Attualità
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