Scuola, aleggia odore di carta bollata


Più dell’odore piacevole dei libri di scuola appena stampati, attorno all’argomento scottante della riapertura il 14 settembre comincia ad aleggiare l’odore della carta: bollata, però. L’aumento dei contagi, l’allarme crescente non percepito solo dalla testarda ministra Azzolina, il trucco infantile e poco corretto di dire quanti contaggi ci sono ogni giorno ma non quanti tamponi vengono eseguiti, sono un minestrone malefico che non porterà bene alla scuola.
In ambienti scolastici, ma soprattutto in molte famiglie, si fa due più due (cosa che forse riesce difficile a Roma) e si dice: se io (docente o studente) sono sicuramente sano ed entro a scuola dove mi contagio, chi è responsabile? Non certo chi è stato costretto da granitiche teste burocratiche a rientrare in edifici in cui manca la sicurezza, e il governo accette che manchi dichiarandolo nelle sue farraginose, confuse, alluvionali ordinanze. Ormai, infatti, appare chiaro persino a menti ottuse che neppure un miracolo riuscirebbe a portare banchi per milioni di studenti e quindi spazi di sicurezza in aule che non ci sono e non possono esserci fra meno di un mese.
Quindi il governo dei funamboli e dei saltimbanchi che fa? Dispone deroghe alle regole della sicurezza.
Non fa una grinza pensare che un insegnante o uno studente (che può infettare la famiglia a i nonni) non intendano rientrare in scuole non sicure e per difendersi si armino di carta bollata e avvocato incorporato per attaccare prima di tutti il dirigente scolastico, poi il sindaco (responsabile della salute della gente) e quindi anche goverrno e governanti.
Ci pensino bene a Roma, se sono capaci di farlo, ma anche a livello locale, cittadino e regionale. Marsilio dimentica che la situazione del contagio in Abruzzo è tra le peggiori?


17 Agosto 2020

Categoria : Attualità
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