Lo scrittore R. Rapino vincitore del Campiello: prima uscita nella sua Lanciano


Lanciano – (F.C.). ” “Attendo con ansia di andare a Napoli, a novembre, per parlare di Liborio in un incontro con i reclusi di Poggioreale; non andrò tra i grandi intellettuali o confindustriali simpatici del Nord Est, ma con chi vive l’esperienza drammatica del carcere. A me piace e attendo di partecipare, appena si farà, al previsto Festival dei Matti a Venezia. Al Campiello ho sentito onde emozionali dentro di me”. Tra emozione, ironia e aneddoti lo scrittore lancianese Remo Rapino ha fatto ieri la sua prima uscita ufficiale nella sua Lanciano dopo la vittoria al 58° Premio Campiello con ‘Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio’ (minimum fax). Rapino poi ha detto di aver avuto una “grande sorpresa ieri sera ho visto un totem in piazza Plebiscito qui a Lanciano con il mio volto e sono rimasto colpito e sconvolto, però ho capito che c’era tanto amore perché c’era anche un passo del mio libro. Alla fine di questo percorso mi sono proprio accorto di aver scritto un libro di amore, in senso nobile, che invitava ad accettare la diversità e accogliere gli altri e gli altri da sé. Un libro di porti aperti e non muri alzati”. Il romanzo è anche finalista al Premio Napoli e al Premio Sila. “Durante le presentazioni nelle città c’è chi diceva che il romanzo era di stile fantiano, oppure joysiano, proustiano, siloniano e di Camilleri – ha ironizzato Rapino – Chiedo scusa al futuro scrittore che fra 50 anni si sentirà definire rapiniano. Bonfiglio Liborio – ha proseguito – è un libro che nasce da una città mai nominata, con personaggio universale e con attenzione a vite diversamente vissute. I libri si scrivono dando voce alle persone, non sempre c’è solo ricerca. Significa ascoltare una voce e farla parlare. Il mio è personaggio che dà voce a chi non ha voce. La cosa che mi piace che quello che è stato recepito è quello di una periferia esistenziale. Del libro è il glossario che ha molto colpito. Liborio racconta la storia di un secolo da una periferia della provincia italiana e ridà spazio a un’area geografica, come l’Abruzzo. Liborio è figura immaginata che racconta cose reali”. – ha chiuso Rapino. (fonte ANSA)


12 Settembre 2020

Categoria : Cultura
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