Gli italiani salgono in cattedra


Nell’election day settembrino gli italiani sono saliti in cattedra e hanno dato lezione a chi tiene le redine del paese. Percentuale dei votanti meno del 54 per cento vuol dire che quasi la metà degli aventi diritto al voto di votare se ne infischia. Ha perso ogni fiducia e suppone che mandare a comandare qualcuno sia comunque un errore. Amara lezione, visto che si votava per cambiare la Costituzione e in regioni importanti. La prima lezione è questa, quindi: una sberla sonora alla politica in generale.
L’alto schiaffone è stato il sì referendario, che ha mandato a casa centinaia di parlamentari, annullati quando si tornerà a votare. La vittoria del sì era prevista, ma non così sonora, forte, quasi isterica. La gente di politici costosi e improduttivi, spesso disonesti, spesso nocivi, non vuole più sentir parlare. Votando sì ha premiato i Cinque Stelle, e nel contempo ha mandato a casa tanti di loro. Con il voto sul territorio, li ha sbriciolati e tolti di mezzo. Bravi, bene, ma andate a casa anche voi…
Altro non serve dire, è tutto chiaro. Almeno per la gente. La politica ha talmente fatto (male ) il suo tempo, che l’hanno presa a sberle… Visto che la ghigliottina non esiste più, almeno per ora.

PENSIERINO – Guardando avanti, alle prossime elezioni che prima o poi dovranno arrivare, uno si chiede: cosa faranno per vivere i tanti destinati a starsene a casa, pur non avendo mai lavorato un giorno o imparato qualcosa? Per loro non redditodi cittadinanza, ma una vanga e una zappa. Imparino che la terra è bassa…



22 Settembre 2020

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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