Buoni pasto, storia imbarazzante


E’ imbarazzante anche per il cronista parlare della storia dei buoni pasto che il Comune aquilano non ha attivato in tempo per Capodanno. Lo sarebbe assai di meno se il Comune, sindaco in testa, avesse pubblicamente e a voce forte e chiara chiesto umilmente scussa. Magari impegnandosi a fare chiarezza sia a livello politico che di struttura. Diciamola tutta: se avesse detto di chi è la colpa.
Che un qualche stupido meccanismo si inceppi nei meandri di una ragnatela burocratica antiquata e cigolante è sicuramente triste, ma anche possibile. Non falla solo chi non fa.
Molte persone sicuramente non benestanti sono state inchiodate a figuracce di fronte alla gente nei supermercati, e peggio ancora di fronte ai loro figli. Cose brutte, che non dovrebbero accadere, ma accadono. Anche in un funereo Capodanno come quello trascorso. Sarebbe tutto ciò meno amaro, se le persone umiliate avessero delle scuse semplici, sincere e contrite da parte di chi ha responsabilità. Un risarcimento sarebbe ancora meglio.
Tutto ciò non è avvenuto, se non mediante smozzicate mezze parole e silenzio dalla politica che invece disperde energie in stomachevoli liti su poltrone e incarichi.
Peggiore esempio la politica aquilana comunale non poteva dare. Lo ha invece dato chiudendo un dimenticabile 2020.

PENSIERINO – Un tizio con incarichi politici nella Marsica ha trovato il modo di offendere il papa. E di rimangiarsi poi le parole eruttate al vento. Tutti hanno diritto di parlare, di dire la loro. Alcuni non dovrebbero averlo, ma non è così. Quanto al papa, si faccia una risata e comincia l’anno armato di sopportazione.



02 Gennaio 2021

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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