Il cratere, l’Abruzzo e i tagli nella scuola


L’Aquila – (di Paola Bonifaci, CGIL) – Siamo di fronte ad un altro anno scolastico molto difficile.
Il 2010-2011, tra emergenza e ricostruzione, è l’anno ponte in cui torniamo a contare gli alunni, registriamo le assenze e i vuoti, consolidiamo le scelte, sosteniamo o perdiamo il lavoro.
Il MIUR perpetra i tagli con la solita pervicacia. Sulla carta sono –679 posti docenti, ma in realtà “solo” 531 su scala regionale e, in particolare per il cratere e per i precari, la conferma dei 14,3 milioni di euro.
I 531 docenti in meno si cumulano con i mille dell’anno scolastico in corso (2009-2010) e potrebbero determinare un vero e proprio corto circuito dell’istruzione e dell’occupazione nel prossimo settembre.
Con i 19,4 milioni di euro spesi nel corrente anno scolastico per l’occupazione di circa 414 precari docenti abbiamo affrontato problematiche per l’aumento del tempo scuola, per il recupero delle attività didattiche, per la salvaguardia degli indirizzi unici della secondaria, per la sicurezza e la capienza degli edifici scolastici, contenendo il numero di alunni per classe.
Neanche lo scarto con i pensionamenti (più o meno pari al numero dei tagli sia nell’anno scolastico in corso che nel prossimo) può metterci al riparo dalle conseguenze di una scuola doppiamente “debole” in Abruzzo. Gli effetti degli eventi sismici sull’attività didattica e dei risvolti sull’occupazione sono ben più drammatici nella nostra regione che nel resto d’Italia. Non possiamo permettere, quindi, che, anche nel settore scuola, si determini l’equazione : terremotati e licenziati.
Le misure intraprese sono state del tutto insufficienti già per l’anno scolastico in corso, come più volte il Comitato Sindacale permanente (Cgil-Cisl-Uil-Snals-Gilda) e la FLC Cgil hanno sottolineato, chiedendo al MIUR la sospensione dei tagli previsti dalla Legge 133, almeno per i comuni del cratere, e l’incremento di 5,1 milioni di euro nella variazione di bilancio per il 2010.
Una risoluzione del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo del luglio scorso, che andava nella direzione di assumere impegni di pressione nei confronti del Ministero e del Governo, è rimasta lettera morta, né è pensabile, nell’attuale morsa delle difficoltà economiche della Regione, un potere sostitutivo della stessa sulle dotazioni organiche della scuola.
L’investimento economico del bilancio regionale andrebbe, invece, potenziato per i compiti specifici della Regione, come il diritto allo studio, la formazione professionale, il disagio sociale e le disabilità, l’educazione degli adulti, le sezioni primavera, l’integrazione della scuola con il mondo del lavoro, tematiche che vengono trascurate con i fondi ordinari della Regione e a cui si sopperisce, in parte, con i fondi Europei.
Non abbiamo ancora ottenuto le necessarie risposte dal Governo e dal MIUR in ordine al potenziamento e alla cura delle attività didattiche nel cratere, sulla relativa dotazione organica e sull’occupazione di tutti i precari a livello regionale connessa a tali problematiche. Ci prepariamo, perciò, a sollecitare interventi speciali, sia nei confronti della Regione sia nei confronti del MIUR, che tengano conto delle diverse condizioni in cui versano le scuole nelle zone terremotate e in tutto l’Abruzzo.
L’esodo della popolazione aquilana e dei comuni del cratere ha ridisegnato l’intera demografia del territorio regionale che rischia di cristallizzarsi senza adeguate politiche di rientro e di servizi aggiuntivi da parte di tutte le istituzioni aquilane e regionali.
Il cratere e l’intera provincia dell’Aquila contano circa 600 alunni in meno nelle previsioni delle iscrizioni, esattamente come nello scorso settembre 2009, a vantaggio delle 2 province abruzzesi (Teramo e Pescara) che maggiormente hanno avuto la capacità e la disponibilità ad accogliere gli sfollati (stabilizzati?) e che ora rischiano di sovraccaricare i propri edifici scolastici e la capienza delle aule pensate per un andamento ordinario delle iscrizioni.
La sottovalutazione del fenomeno potrebbe essere, per gli Aquilani e per il loro bacino limitrofo, fatale. Senza i giovani, le zone terremotate sono destinate ad un maggiore ed esponenziale declino.
La priorità di funzionamento delle classi nel Comune dell’Aquila e nei Comuni limitrofi, anche in deroga ai parametri e alle scadenze nazionali, deve farci considerare ancora aperte le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, in modo da progettare con i nostri concittadini in diaspora le condizioni di un vero sostegno psicologico e materiale per il rientro nella difficile area del cratere, nel non-luogo, nell’altrove, come viene vissuta oggi la nostra città-territorio, il nostro capoluogo di regione.
Lo sforzo di colloquiare, di ricollegare, di ricostruire è ancora più importante oggi, a un anno dal sisma, e deve diventare un comune sentire degli Abruzzesi e un orgoglio necessario degli Aquilani per ricucire un tessuto di rete sociale tra i cittadini-vittime dell’evento sismico e tra loro e gli altri cittadini della nostra regione.
Possiamo ancora prevedere politiche di continuità tra le classi che ospitano ragazzi aquilani nelle altre province e le classi già ricostituite all’Aquila nel corrente anno scolastico; possiamo ancora prevedere specifiche iniziative per il Liceo Classico del capoluogo di regione che sta pagando le maggiori “defezioni”; possiamo ancora sostenere l’apertura e le iscrizioni del nuovo Liceo Musicale dell’Aquila.
Dobbiamo farlo, ora.
(Nella caricatura di scuolamagazine.it la Gelmini che sforbicia)


27 Aprile 2010

Categoria : Economia
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