Uniti per L’Aquila


L’Aquila- (Fulvio Giustizia,storico-paletnologo) “Carissimi Aquilani,a distanza di un anno dal sisma, che va segnando profondamente la nostra esistenza individuale e sociale, creando, purtroppo, inutili dannose divisioni, invece di indirizzarci verso una seria messa in discussione delle nostre false sicurezze, per affrontare insieme una concreta condivisa ricostruzione della civitas aquilana, non mi pare inutile, sia pure nelle limitate possibilità di un semplice cittadino che si occupa di storia patria, richiamare l’attenzione verso un alto unificante valore civico, spirituale e simbolico, quale è il quadro della “Madonna del Popolo Aquilano”, pervenuto non a caso in Città, qualche anno dopo il terremoto del 1703, per opera del missionario cappuccino P.Giuseppe Antonio da Trivigliano, (diocesi di Alatri, provincia di Frosinone).
Venerato dal 1723, come è noto, nel Santuario cittadino della chiesa di S. Marco, con profusione di molte grazie e miracoli, ha sopportato come tutti noi il peso della catastrofe del 6 aprile, ma, come salutare auspicio, il 3 maggio del 2009 è risorto dalle macerie ed è stato premurosamente sottoposto a restauro per ridonarci la possibilità di continuare a onorarlo con rinnovato fervore, se non altro quale importante «simbolo della città» (Agenzia SIR venerdì 11 dicembre 2009).
Carissimi amici Aquilani, in attesa del ritorno della nostra Madonna nella Chiesa santuario di S. Marco, in restauro per opera della Regione Veneto, credo sia necessario risvegliare la nostra devozione a Lei, ospitandola nel nostro cuore, auspicando che le Autorità religiose e civili si impegnino quest’anno ad onorarla, anche con una solenne ufficiale consacrazione a Lei, affidandole la ricostruzione morale e materiale della Città ferita dal sisma, dal momento che siamo convinti che in questo modo può aiutarci a comprendere quanto siano vere ed attuali per noi quelle parole del Salmista, rivolte agli ebrei rimpatriati dall’esilio di Babilonia nel VI secolo a.C., in dissidio, come noi oggi per L’Aquila, per le modalità e i tempi della ricostruzione di Gerusalemme: «Se il Signore non costruisce la casa, / invano vi faticano i costruttori./ Se il Signore non costruisce la città, / invano veglia il custode. (Sal. 127,1) ».
Un’occasione in più per giustificare questo solenne affidamento a Maria, che il 20 novembre 1727 fu proclamata dal Magistrato Aquilano protettrice della Città con il titolo di Madonna del Popolo Aquilano e ai nostri giorni invocata anche come come Salus (Salute, Salvezza) del Popolo Aquilano, è data dalla felice circostanza della ricorrenza, l’8 di ottobre di quest’anno, del 60° anniversario della sua incoronazione, avvenuta nell’anno giubilare 1950 per mano del Cardinale Federico Tedeschini.
In preparazione al grande evento, da collocarsi preferibilmente nel giorno della festa del 20 novembre 2010, mi verrebbe da suggerire una preventiva “Peregrinatio” della sacra effigie nei vari borghi disastrati dal sisma, in modo che la Madre possa visitare i suoi figli dispersi per radunarli sotto il suo manto, rigenerandoli in popolo nuovo compatto e solidale.
Per concludere è opportuno riferire di quei due versi latini apposti dalla pietà popolare del passato sotto il quadro della Vergine: Huc, Aquila, infige obtutus ubi Virgo refulget, / Virgo Parens populi, Vita salusque tui: Aquila, fissa lo sguardo qui dove splende la Vergine Madre del Popolo: è Lei la tua sola vita e salvezza.”


03 Maggio 2010

Categoria : Dai Lettori
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